lunedì 29 dicembre 2008

Trieste - tappi di sughero

Da oltre cent'anni Colombin unisce tradizione, tecnologia e ricerca per creare tappi di sughero naturali e versatili, perfetti per rispettare le qualità uniche di ciascun vino.

Selezioniamo solo i sugheri migliori, utilizziamo gli impianti più avanzati e creiamo i tappi più innovativi nel rispetto dell'ambiente.

La nostra tecnologia, infatti, è al servizio dell'ecologia grazie ad un processo produttivo a bassissimo impatto ambientale

Colombin & Figlio S.p.A. Via dei Cosulich, 1 34147 Trieste - Italia P.I. 00046830329 Tel +39 040 8991.111 Fax +39 040 380.801 email info@colombin.it

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giovedì 18 dicembre 2008

trieste - santa giustina

Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa – 1554) Santa Giustina e un devoto (1530) Olio su tela, 200 x 139 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum Santa Giustina fu una martire cristiana che visse a Trieste al tempo dei romani. Era corteggiatissima da molti uomini per la sua bellezza ma lei rifutava tutti in quanto era devota a Cristo. Per questo motivo Fabiano, console di Trieste, la fece giustiziare. Ma le frecce che le venivano lanciate mancavano il bersaglio e gli arceri sudavano sangue. Fabiano quindi la fece decapitare. Il popolo si rivoltò e Fabiano commise suicidio. Nel quadro del Moretto la vediamo con un devoto in ginocchio in fervente ammirazione. L'unicorno rappresenta la purezza e la verginità. La Palma, il martirio. source

- Zenone e Giustina sono ricordati con una memoria collettiva il 7 giugno, insieme agli altri protomartiri tergestini. La loro passio, che risale alla fine del Medioevo, dice che essi subirono il martirio il 13 luglio 286, durante l’impero di Diocleziano e Massimiano. Giustina, giovane fanciulla nata da genitori cristiani, fu fatta arrestare perché il preside di Trieste, un certo Sapricio o Fabricio, aveva saputo che rifiutava ostinatamente il matrimonio perché aveva fatto voto di verginità. Dopo aver tentato inutilmente di convincerla a sacrificare agli dèi, promettendole di darla in sposa ad un uomo ricco, la condannò alla tortura dell’eculeo e alla decapitazione. Mentre Giustina attendeva in carcere il momento del supplizio, un ufficiale di nome Zenone per dileggio le chiese di mandargli della frutta dal paradiso, quando vi fosse giunta. Accompagnata dalle guardie sul luogo dell’esecuzione Giustina pregò un ragazzino di portare a Zenone il suo fazzoletto con la frutta e di dirgli che gli mandava ciò che le aveva chiesto. Zenone accettò il dono ridendo, anzi con il fazzoletto si asciugò il sudore: fu allora che lo Spirito Santo scese su di lui e, convertito, confessò al preside di essere diventato cristiano. Così poco dopo Giustina anche lui fu decapitato. Le loro presunte reliquie sono conservate nella cattedrale di San Giusto.

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i sepolcri padovani di santa giustina

venerdì 12 dicembre 2008

trieste -- nouvelle cuisine

Trieste, 12 apr. (Adnkronos/Ign) - Quattro anziani ospiti presso la casa di riposo Bartoli sono stati ricoverati d'urgenza per una sospetta intossicazione alimentare, stamattina all'ospedale di Cattinara, a Trieste. Uno di loro si trova ancora in osservazione al pronto soccorso e probabilmente sarà dimesso domani mattina, mentre gli altri tre sono stati trasferiti nei reparti. Lo riferisce il responsabile del pronto soccorso, Walter Zalukar. Le condizioni dei tre anziani sono delicate, poiché si tratta di persone non autosufficienti con gravi problemi di salute che stanno affrontando una disidratazione a causa di diarrea e vomito. Tra di loro c'è una donna di 102 anni. Un quinto ricoverato, un uomo di 82 anni, è deceduto stamattina. In prima battuta gli inquirenti hanno escluso che il decesso sia da collegare all'intossicazione. Sulla vicenda, però, il magistrato di turno ha aperto un'inchiesta. Bisogna infatti capire cosa abbia provocato i sintomi, per i quali un'altra cinquantina di anziani, colpiti in modo meno violento, vengono assititi presso la casa di riposo . I pasti che hanno consumato ieri gli anziani sono stati preparati da una ditta alla quale il Comune di Trieste ha affidato in appalto anche forniture per altre strutture e a domicilio, dove non si sono verificati malori. source
Intossicazione anziani Trieste: salgono a due le vittime
Morto in ospedale uno dei sette anziani ricoverati ieri
(ANSA) - TRIESTE 13 APR - Salgono a due le vittime della sospetta intossicazione alimentare che ha colpito una quarantina di anziani in una casa di riposo a Trieste. Nell'ospedale di Cattinata e' deceduto oggi uno dei 7 anziani ricoverati ieri. Nello stesso ospedale restano gravi le condizioni di una donna di 103 anni, mentre non destano particolari preoccupazioni le condizioni degli altri 4 anziani ricoverati in osservazione. Per accertare le cause dell'intossicazione l'Azienda Sanitaria ha avviato accertamenti.
source aggiornamento 10/12/2008

Casa Bartoli, il pm: omicidio colposo e epidemia

Si prepara a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della Cooperativa Basaglia e di due cuochi di Claudio Ernè
Una pentola di seppie riscaldate lentamente a «bagnomaria». È questa l'origine dell'intossicazione alimentare che nello scorso aprile ha ucciso due anziani ospiti di «Casa Bartoli», ne ha spediti altri sette all'ospedale in gravi condizioni e ne ha costretti più di sessanta a letto per giorni e giorni con una devastante diarrea. Il pm Lucia Baldovin ha concluso le indagini che coinvolgono tra gli altri Roberto Colapietro, presidente della Cooperativa «Franco Basaglia» che gestiva il centro cottura di Casa Bartoli. Colapietro è indagato per omicidio colposo e per epidemia, cioè aver consentito la somministrazione di alimenti che hanno provocato l'avvelenamento degli anziani. Per anni e anni quest'ultimo reato non è mai stato contestato nelle aule del Tribunale di Trieste. Assieme al presidente della cooperativa che aveva vinto l'appalto, sono coinvolte nell'inchiesta altre tre persone - cuochi e inservienti di cucina - che hanno partecipato direttamente alla preparazione del piatto di seppie che, secondo l'accusa, ha provocato il disastro. Se gli indagati lo riterranno opportuno si presenteranno dal magistrato inquirente. Poi il pm Lucia Baldovin deciderà sul rinvio a giudizio. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas, le seppie sono state riscaldate a bagnomaria e il grande tegame che le conteneva è stato immerso in una pentola più grande ancora, piena d'acqua. Il riscaldamento è stato molto lento e questo tepore prolungato ha determinato l'abnorme crescita dei batteri killer del genere Clostridium che poi hanno ucciso Andrea Trapella e Sergio Tussini. Se al contrario il pentolone con le seppie fosse stato direttamente posto sul fuoco, il riscaldamento sarebbe stato molto più veloce e il batterio non avrebbe avuto il tempo di riprodursi. Questo errore è stato fatale. Va aggiunto che la cooperativa «Franco Basaglia» aveva organizzato per i suoi dipendenti addetti alle cucine uno specifico corso nel settembre 2007. In quella sede erano state spiegate e rispiegate tutte le insidie insite nella preparazione dei cibi per le grandi comunità. Erano stati illustrati i metodi e le procedure da adottare, e quelle che invece andavano tassativamente scartate.
«L'incidente è stato bruttissimo e le morti dei due anziani ci hanno profondamente scosso. Da più di trent'anni lavoriamo in campo sociale e abbiamo spiegato sempre ai nostri soci e dipendenti che lavorano nelle comunità come vanno trattati gli alimenti. Siamo tutti rammaricati e costernati...» ha affermato ieri Roberto Colapietro. La cooperativa, a causa di quanto è accaduto a Casa Bartoli, ha perso l'appalto ed è stata sostituita, per decisione del Comune dalla seconda classificata nella gara, la Cir-food. Questa società ha anche assunto una parte dei dipendenti della cooperativa «Franco Basaglia», evitando loro l'incubo della disoccupazione. Il Clostridium, il batterio killer dei due anziani, vive nel suolo, nell'acqua, negli scarichi fognari e fa parte della normale flora batterica del tratto gastrointestinale dell'uomo. È stato spesso al centro delle tossinfenzioni alimentari sviluppatesi nelle comunità, negli alberghi, nelle caserme.
(10 dicembre 2008) source
....Cuocere e riscaldare gli alimenti......... Molti cibi crudi come la carne, le uova, il latte non pastorizzato, sono spesso contaminati da microorganismi che causano malattie. Una cottura accurata li distruggerà completamente: è fondamentale rispettare il binomio temperatura/tempo che varia secondo l'alimento. Nel riscaldamento dei cibi è invece buona norma raggiungere i 72°C per almeno due minuti. source

nuove ricette....

.....................E le seppie, che a vederle ora, nella nebbiolina della cella, marroni e già decongelate, non stimolano il palato. Una tonnellata di pesce scaduto, di grande varietà (nome dell'operazione "Pesce fritto"). Scaduto tra il 2005 e il 2008..........[...]....Tutto quanto doveva finire nei ristoranti, nelle mense, nei supermercati.

capitone sicuro

pesce pulito......

A Trieste - ha reso noto nella serata di ieri la Capitaneria di porto - sono stati sequestrati 379 chili di prodotto ittico. L’operazione, nel capoluogo giuliano ha impegnato 19 uomini. I controlli svolti sono stati 92 e 9 i reati ed illeciti scoperti. Ammontano infine a 19.337 euro le sanzioni amministrative comminate.

L’irregolarità più eclatante è venuta alla luce a Lignano Sabbiadoro. I controlli hanno accertato che un grossista, fornitore di buona parte dei ristoranti della zona, vendeva prodotti ittici scaduti o in cattivo stato di conservazione. Nelle sue celle frigo sono stati recuperati 297 chili di pesce potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. L’uomo è stato denunciato anche per l’ipotesi di reato di commercio di sostanze nocive (redazione-fvg24.it).

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giovedì 4 dicembre 2008

Trieste - grandi reti a fibre ottiche

L’86% DELLA PRODUZIONE 2007 E’ STATO DESTINATO ALL’ESTERO

Grandi reti a fibre ottiche, nascono a Trieste i sistemi ad alta velocità

Giovanni Tomasin
L’Alcatel-Lucent ha realizzato i dispositivi del collegamento Marsiglia-Singapore. Schiavoni: «Stabilimento esemplare per innovazione»
TRIESTE Nascono a Trieste i sistemi ad alta velocità necessari al funzionamento delle grandi reti a fibre ottiche che uniscono Europa e Asia. A produrli è lo stabilimento Alcatel-Lucent, situato nella zona industriale, a pochi passa di Aquilinia. «I mercati orientali offorno oggi ampi volumi d’affari – osserva Stefano Schiavoni, vicepresidente della Divisione optics della multinazionale –. In questo settore abbiamo ottenuto diversi successi, di cui lo stabilimento di Trieste è parte integrante.» Alcatel-Lucent, come si diceva, produce a Trieste sistemi ad alta velocità come il terminale sottomarino 1620 Light Manager e il dispositivo 1626 Light Manager, utilizzati in progetti internazionali come la rete ottica sottomarina e terrestre Sea-Me-We 4, che collega Singapore a Marsiglia attraversando 20 mila chilometri e 14 paesi. Lo stabilimento produrrà inoltre parte degli apparati che serviranno la linea I-ME-WE, progetto con cui Alcatel-Lucent collegherà Marsiglia a Bombay attraverso una nuova rete ottica sottomarina lunga 13 mila chilometri, e quelli per la modernizzazione della rete di Mediterrean Nautilus Limited, provider di servizi a banda larga. la cui rete collega Italia, Grecia, Turchia e Israele. Nel 2007 l'86% della produzione dello stabilimento di Trieste è stata destinata a clienti esteri: in Europa (in testa Francia e Spagna) ma anche in Cina, India, Australia e Brasile. Nata negli anni '70, la fabbrica impiega circa 400 persone, di cui il 70% è diplomato o laureato. La «mission» dello stabilimento consiste, come detto, nella produzione, installazione e test di apparati ottici per le reti di comunicazione. La tecnologia impiegata è la «multiplazione di lunghezza d'onda», tecnica che permette di combinare diversi segnali o flussi di dati in un unico segnale che viene poi inviato, tramite fibra ottica, consentendo un aumento considerevole del volume dei dati trasmessi. «Una multinazionale come Alcatel-Lucent – rileva Schiavoni - investe in Italia solo se può trovarvi innovazione ed eccellenza, e in questi ambiti la sede di Trieste è esemplare. La ricerca e l'innovazione sono essenziali nel nostro settore – conclude – e per questo la nostra azienda lavora a stretto contatto con università e centri di ricerca.» Lo stabilimento collabora continuativamente con l'Università di Trieste, di cui accoglie regolarmente i tirocinanti; alcuni trovano poi un impiego nella stessa azienda. Alcatel-Lucent detiene dal 2001 la leadership mondiale nel settore delle fibre ottiche. La maggior parte del traffico Internet mondiale viaggia infatti su reti sottomarine, settore di cui la multinazionale detiene il primato con il 40% del mercato mondiale. La sede principale di Alcatel-Lucent Italia è a Vimercate, dove si elaborano le strategie a livello mondiale. «Anche noi siamo attenti a seguire le evoluzioni del mercato in questi tempi di crisi – osserva Schiavoni –. E’ difficile fare previsioni per il 2009. Le attese per il 2008 sono state rispettate. I nostri progetti sono spesso pluriennali, e risentono quindi meno della crisi.»
(03 dicembre 2008)

sabato 22 novembre 2008

Trieste - posta via razzo 1934

Cartolina viaggiata primo volo Trieste razzo espresso, Zucker. Viaggiata 31-10-1934 con francobolli supplementari 15c + 10 Medaglie. source Primo volo Trieste razzo espresso, Zucker. Viaggiata 31-10-1934 con francobollo supplementare 25c Medaglie. source

POSTA VIA RAZZO:

Già il 31 ottobre del 1934, furono fatti a Trieste degli esperimenti per la spedizione della posta via razzo. Se ricordo bene gli esperimenti erano condotti dal prof. Zucker, un tedesco che aveva già fatto prove nel Regno Unito (credo che abbia iniziato proprio lì!). Furono prodotte due etichette: ecco quella da lire 7,70, l' altro valore era rosso e verde da 5,00 lire. Che io sappia ancora nel 1962 si fecero esperimenti in Italia (a Varazze).

L'esperimento si svolse nell'ottobre 34. io ho tre buste, di cui due annullate il giorno 31 (annullo Trieste-Capo di Piazza) e una il giorno 30 (annullo Trieste - arrivi e partenze). Andando a memoria, il razzo venne lanciato da Zaule (che sovrasta Muggia) ed atterro' a Trieste. Un viaggio di pochi chilometri. Poi la posta venne inoltrata con mezzi convenzionali. Ho visto MOLTISSIME buste recanti come indirizzo un timbro "Herrn Lehrer Erich Beck/Thalendorf/Post Rollenbach, Thur.Land/ Germany". O meglio, due delle buste che ho io sono indirizzate cosi' e affrancate con le due etichette (la 5 lire e la 7.70), piu' un'affrancatura integrativa di 25 centesimi (di solito assolta con valori della serie "Medaglie"); molte altre che ho visto recavano un timbro del tutto simile indirizzato a Thalendorf, non so se sono tutte indirizzate al maestro Beck. Ritengo quindi che l'intera operazione abbia costituito una ampia operazione commerciale architettata da filatelici tedeschi. La terza busta che ho reca solo una etichetta (7.70), con affrancatura integrativa di 10 cent, con indirizzo scritto a mano e spedita ad un indirizzo di Trieste, e mi pare molto piu' ruspante e genuina. Sarei curioso di sapere se le due etichette hanno assolto una tariffa diversa, una locale e una internazionale. Queste buste non hanno un enorme valore, alcuni anni fa le avevo viste all'asta per 200,000 lire. Le etichette sciolte dovrebbero avere un valore di 15/30 euro l'una, dipende dalle condizioni.

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giovedì 13 novembre 2008

Trieste - Rio Primario, Rio Corgnoleto e Rio del Cimitero

La zona del Montebello e S. Maria Maddalena Superiore. Sull'altura di Montebello, in particolare nel versante che guarda verso Santa Maria Maddalena Superiore, in direzione del cimitero si S.Anna,risulta possibile osservare ancora oggi alcuni fenomeni di ruscellamento superficiale , o per lo meno quanto ne rimane ancora visibile .Si tratta di modesti corsi d'acqua che attraversano la zona di Campanelle-Raute direzionandosi verso il cimitero cittadino. I corsi d'acqua sono tre: i rii Primario e Corgnoleto ed il torrente denominato rio del cimitero cattolico.Dai pochi dati storici che ne menzionano l'esistenza, si ha notizia che in passato, all'altezza di via Valmaura,i tre rii confluivano in un unico corso d'acqua conosciuto come torrente Srane. Il torrente Srane attraversava l'attuale via Valmaura per sfociare a mare in prossimità della ferriera di Servola. Con l'espansione della città, lo Srane venne successivamente coperto, mentre a tutt'oggi l'alto corso dei suoi "tributari"rimane parzialmente visibile sulla zona collinare che si eleva dal cimitero in direzione di Raute-Altura. A causa dell'elevata presenza di abitazioni e campagne private,i corsi dei rii Primario e Corgnoleto non risultano di facile accesso, tuttavia nei tratti più a monte sulle colline risulta ancora possibile un minimo accesso alle acque. I terreni interessati dallo scorrimento dei rii sono di natura flyschioide,per lo più si tratta di piccoli avvallamenti simili alle adiacenti vallette di scorrimento dei rii Spinoleto e Storto (torrente Zaule) Le acque dei rii Primario e Corgnoleto purtroppo risultano palesemente inquinate da scarichi fognari e conseguentemente le nostre osservazioni potranno limitarsi esclusivamente a quanto concerne l'aspetto storico ed idrogeologico, ritenendo poco probabile la presenza di vita animale in acque a tal punto compromesse. Immagine sopra:il rio Primario da via Costalunga Immagine sopra:acque del rio Primario Immagine sopra:la presenza dell'Arundo donax testimonia lo scorrimento di acque superficiali,qui il corso di un rio intubato presso il cimitero Immagine sopra:nel foro del muro si nasconde un piccolo rio, siamo in via Costalunga alta Immagine sopra: il punto dove si intuba il rio Corgnoleto Immagine sopra: l'abbondanza di acque della zona è testimoniata dalla presenza di vecchi pozzi Immagine sopra: la zona dove scorre il torrente del cimitero Immagine sopra:il rio Primario all'altezza del cimitero cattolico Immagine sopra: acque del rio Primario Immagine sopra: piccolo sbalzo delle acque del rio Primario Immagine sopra: un tratto in galleria del Primario Immagine sopra: uno sbarramento sul rio Primario, si noti la preoccupante condizione di inquinamento delle acque Immagine sopra: la galleria dove inizia il percorso ipogeo del Primario che poi si riversa nel torrente sotterraneo Srane Immagine sopra: effetti dell'infiltrazione delle acque nei pressi del cimitero cittadino. Immagine sopra: rio Corgnoleto visto da Raute
Dal Montebello a Santa Maria Maddalena Inferiore Proseguiamo con il nostro itinerario alla scoperta delle zone rurali che furono, nello specifico cercando di ripercorrere gli aspetti idrogeologici delle zone marnoso-arenacee di cui oggi rimangono testimonianze purtroppo soltanto frammentarie... Proseguendo lungo la linea collinare del Montebello sul versante che guarda a mare, dopo i torrenti Primario, Corgnoleto e "T12" , o quanto ne rimane di visibile,spostandoci lievemente in salita in direzione di Altura, incontreremo il rio Spinoleto. Il torrente sgorga sotto le alture di Cattinara approssimativamente a quota 179 metri slm e scende lungo una vallata relativamente intatta in direzione del rione di Poggi S.Anna Il tratto superiore risulta abbastanza selvaggio, in prossimità del passaggio della ex linea ferroviaria Campo Marzio-Erpelle, nei pressi del ponte che attraversa la valletta dello Spinoleto, sarà possibile scendere in basso sino al livello dello scorrimento delle acque.Scendendo ulteriormente purtroppo l'area risulta maggiormente edificata: all'altezza di Poggi S.Anna è ancora possibile seguire il corso del torrente ma gli accessi risultano quasi inesistenti. Da uno studio delle carte topografiche della città, si desume che il rio da Poggi S.anna si direzioni verso il canale di Zaule,unendosi al rio Marcese,nei pressi del monte Castiglione.Considerato l'elevato grado di edificazione a bassa quota possiamo supporre che il rio termini il proprio corso intubato nei pressi del canale navigabile. Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, l'alto corso del torrente presenta delle caratteristiche comuni con il torrente Zaule e il rio Marcese poco distanti, storicamente questi corsi d'acqua ebbero una certa importanza nel contesto dell'economia rurale fornendo probabilmente l'apporto idrico necessario alle coltivazioni di proprietà degli abitanti della zona. L'apporto idrico relativamente modesto non ne fece oggetto di sfruttamento ai fini dell'approvvigionamento cittadino: per quanto i corsi d'acqua sino ad ora osservati tendano a mantenere un flusso costante con lieve riduzione nei periodi di siccità,per il carattere modesto di portata idrica non vennero considerati rilevanti. Alcuni scatti della zona del rio Spinoleto Immagine sopra: il ponte sul rio Spinoleto in mezzo a due tratti della grande viabilità Immagine sopra: una parete marnoso-arenacea coperta di vegetazione arborea e arbustiva lungo il basso corso del torrente Immagine sopra:aspetti del tempo passato, mura di limite di proprietà nelle campagne di Poggi S.Anna Immagine sopra: un'altra immagine della vallata del rio Spinoleto Immagine sopra e a seguire: il rio Spinoleto visto dal ponte ferroviario della linea Campo Marzio-Erpelle Immagine
I Torrenti Perduti di Trieste
Il Rivo di Pondares Di questo torrentello ci giungono notizie scarsissime e frammentarie: probabilmente scorreva ai piedi del Colle di Montuzza, dalla zona dell'attuale via Pondares parallelamente al Settefontane per un tratto. Si desume che il rivo attraversasse la zona dell'attuale Corso Italia sino al limite del luogo chiamato Riborgo, per poi sfociare a mare presso le saline ubicate all'epoca dove ora sorge Piazza della Borsa. Dobbiamo tenere presente che il territorio lungo il corso del rivo era molto diverso da quello che è il suo aspetto attuale: prevalentemente dominavano le campagne e gli incolti e pare che il tratto in prossimità del mare fosse costituito da una vasta area palustre alquanto malsana. Da quanto si può osservare consultando qualche vecchia mappa della città, pare che il rivo di Pondares lambisse le antiche mura medivali che limitavano la Trieste di allora ai piedi del Colle di San Giusto. Tutto questo si poteva osservare sino a circa metà del '700....succesivamente il torrente venne coperto, proprio per volontà dell'Impero Austroungarico che iniziò l'edificazione della "città nuova" su ampia scala. Non sappiamo con precisione se il rivo di Pondares continui a scorrere sotto la supericie: in più di 200 anni molti lavori di edificazione urbana si sono sovrapposti...potrebbe darsi che la sorgente si sia man mano esaurita, oppure che l'apporto idrico risulti in qualche misura presente anche i giorni nostri, forse lungo percorsi mai indiviuati con precisione, comunque non ho nessuna notizia in merito a ricerche effettuate sull'argomento. Per quanto riguarda la denominazione "Pondares" potrebbe esser una derivazione dal francese "Pont d'Ares" o "Ponte degli Eredi"....è noto che lungo il corso di diversi rivi cittadini sorgevano dei ponti. Un 'ultima notizia: Maurizio Radacich nella sua opera "De Censu molendinorum-i mulini ad acqua della provincia di Trieste" dà notizia di un mulino che doveva sorgere lungo il rivo di Pondares verso la fine del '400.... Immagine sopra: una mappa di Trieste in cui si può osservare l'ubicazione del rivo di Pondares ( foto tratta da Atrieste forum) approfondimenti: M. Radacich: De Censu Molendinorum P. Guglia-A.Halupca-E. Halupca: Sotterranei della città di Trieste
Dopo aver parlato del rivo di Pondares, una breve segnalazione su un altro corso d'acqua scomparso in seguito all'espansione urbana: il rivo San Michele. Di questo torrente si conosce ancor meno del Pondares: sostanzialmente scorreva tra il Colle di San Vito e il Colle di San Giusto lungo le vecchie mura della città medievale, in sostanza dalla parte opposta del Pondares.probabilmente sino a giungere all'area dll'attuale Piazza Hortis e Porta Cavana. Probabilmente il torrente terminava a mare all'altezza dell'attuale ex pescheria centrale, area in antichità occupata da uno squero e da ulteriori saline. Anche il rivo San Michele subì analoga sorte del Pondares: una volta abbattuti i confini rappresentati dalle vecchie mura medievali e postasi in essere l'espansione della "città nuova" il torrente scomparve definitivamente.... Nessuna notizia sulle condizioni attuali del rivo. in sintesi non sappiamo se attualmente scorra intubato o meno. Immagine sopra: mappa della città medievale: lungo le mura a est doveva scorrere il rivo San Michele. Nella mappa si possono notare anche i torrenti delle Settefontane, il rio San Pelagio ( Starebrech), il rio Cologna e il torrente Martesino proveniente da Roiano la foto della mappa è tratta da Atrieste forum
Torrenti Cedas Questi due ruscelli erano alimentati da alcune sorgenti situate nella fascia collinare sovrastante Barcola che in passato vennero sfruttate come fonti per l'approvvigionamento idrico per le navi che attraccavano al porticciolo di Cedas. Da alcuni test effettuati nel primo '900, sembra che le sorgenti Cedas rappresentassero una fuoriuscita idrica del fiume sotterraneo Timavo. Attualmente i torrenti Cedas vengono incanalati in un collettore fognario. Torrente coperto Valse o rio Baiamonti Il Valse nasce tra le alture di Chiarbola e Montebello, poco distante dal rio Primario. Questo modesto rigagnolo scorreva tra le vie Baiamonti e Capodistria parallelamente al Colle di Servola, per poi sfociare a mare nei pressi dell'attuale Scalo Legnami. E' noto che i passato anche lungo il corso del Valse sorse un complesso molitorio di cui oggi non rimane alcuna traccia. Torrente di San Giacomo Dal colle di San Giacomo, in direzione dll'attuale via Molino a Vento e Largo Barriera Vecchia, scendeva un rigagnolo di modesta portata che confluiva nel sottostante torrente delle Settefontane. Torrente coperto Chiave o "Torrente Grande" Il Chiave nasce dall'unione del Klutsch o Settefontane e dello Starebrech o Farneto o torrente dello Scoglio: i due grandi rivi triestini si uniscono in galleria tra le vie Battisti e Carducci all'altezza di Volti di Chiozza. Un tempo in superficie, il Chiave proseguiva il proprio corso sino a piazza Oberdan e quindi via Ghega, per poi sfociare a mare nei pressi del Porto teresiano. All'altezza dell'attuale via Milano venne scavato un canale per deviare le acque al fine di alimentare le pale di un mulino di cui ancora oggi rimangono le tracce. Tratto coperto del Klutsch o Settefontane Il torrente delle Settefontane scorre ancora in superficie nella valle tra Cattinara-Montebello e Rozzol-Melara. All'altezza della fine di via Cumano si riversa in un collettore sotterraneo. Un tempo in superficie, il Settefontane si direzionava verso Viale Ippodromo e piazza Foraggi e quindi deviava lungo la via delle Tesa per poi scendere succesivamente verso l'attuale viale D'Annunzio e quindi Largo Barriera Vecchia e via Raffineria, infine, come osservato, si univa allo Starebrech per dare corpo al Chiave. Per la cronaca, l'area che va da via Carducci verso Barriera un tempo era chiamata "Contrada del Torrente". Immagine sopra: vecchia foto delle foci del Chiave nei pressi del Porto Vecchio (foto tratta da Atrieste forum
Torrente coperto "Srane" Il torrente Srane nasceva dalla confluenza di tre rivi provenienti da Santa Maria Maddalena, ovvero il rio Primario, il rio Corgnoleto e il torrente del Cimitero Cattolico. Come spesso accaduto anche per altri rivi, sui nomi di questi torrenti si è fatta spesso confusione, principalmente perchè nelle varie fasi storiche della nostra città, spesso lo stesso corso d'acqua fu indicato con nomi differenti. Il rio Primario venne anche denominato torrente Giorgis e "rio dei Turchi" (proprio in virtù del suo scorrere sotto al Cimitero Ottomano) Il rio Corgnoleto sembra venisse a sua volta indicato come "rio della Madonna" in quanto scorreva in sotterranea sotto al Cimitero Monumentale di S. Anna. "Srani potok" è un nome di palese derivazione slava e in un certo senso sta a significare che già in passato le acque del rio non esalavano aromi particolarmente gradevoli...... La portata idrica dello Srane/ Primario, dato l'apporto degli altri rivi confluenti, doveva risultare abbastanza consistente: come descritto nel "De Censu Molendinorum" di Maurizio Radacich, lungo il basso corso del torrente sorsero tre complessi molitori di cui, come da prassi, non rimangono tracce. Il torrente coperto Srane sfocia a mare tra il Colle di Servola e Monte San Pantaleone, più o meno all'altezza dell'oleodotto della Siot. Alcuni anni or sono il torrente tombato ritornò per un breve tratto alla luce durante degli scavi effettuati in via Valmaura In anni più recenti la Società Adriatica di Speleologia Urbana ne esplorò un tratto in prossimità del Cimitero effettuando una nuova opera di mappatura del percorso sotterraneo del rivo. La galleria del rio Primario si può osservare nei pressi delle mura del Cimitero Ottomano, svoltata via della Pace all'angolo con la via Costalunga scendendo nei pressi di un fondo per la lavorazione dei marmi e dell lapidi. I cancelli del tunnel dove si riversa il torrente risultano aperti, ma personalmente vi sconsiglio di accedervi ( se vi recate in loco e osservate le acque capirete il perchè....) qualche foto della zona Immagine sopra e a seguire i luoghi dove doveva scorrere il torrente Valse Immagine sopra: via del Roncheto: il rio Valse o Baiamonti veniva definito anche rio Roncheto Immagine secondo le testimonianze storiche il Valse dovrebbe scorrere qui sotto, nell'avvallamento posto tra via Baiamonti e via Capodistria Immagine sopra: l'arcata del tunnel del rio Primario Immagine
http://dedrobattidi.spaces.live.com/blog/cns!86F4CD840DD75C23!3081.entry rivi e torrenti di trieste rivi e torrenti di trieste 2 foto

domenica 2 novembre 2008

Piccard : l'homme le plus profond du monde s'est envolé

piccard.jpg Jacques Piccard, le célèbre inventeur et explorateur suisse, est mort aujourd'hui à l'âge de 86 ans. Il était le fils du non moins célèbre physicien Auguste Piccard, inventeur du ballon stratosphérique et du sous-marin de grande profondeur Bathyscaphe.

Il a connu la renommée le 23 janvier 1960 quand, en compagnie du lieutenant de vaisseau américain Don Walsh, il était descendu à 10 912 mètres de profondeur dans la fosse des Mariannes à bord du sous-marin de type Bathyscaphe : le Trieste. C'est après une descente qui a duré 4 h 37 minutes que le Trieste s'est posé sur le fond d'une faille baptisée Challenger Deep dans la fosse des Mariannes. Alors que les sous-mariniers effectuaient diverses mesures de radioactivité et de température, dans l'obscurité et le froid des abysses, ils ont vu passer devant le hublot de leur sous-marin des poissons inconnus et des crustacés. Une forme de vie développée existait donc à ces profondeurs, ce qui allait entraîner l'interdiction de l'entreposage de déchets nucléaires dans les forces marines. bathyscaphe.jpg Comme la fosse Challenger est considérée comme la plus profonde du monde, le record de Jacques Piccard et de Don Walsh ne sera jamais dépassé, et ces deux hommes resteront les plus profonds du monde. Sa vie durant, Jacques Piccard continuera à lutter pour la science et la Terre, il continuera à plonger jusqu'à l'âge de 82 ans, notamment dans le Gulf Stream pour étudier la dérive des eaux. Son fils, Bertrand Piccard, a repris le flambeau, mais dans l'autre sens puisqu'il est aérostier et qu'il a effectué le premier tour du monde en ballon sans escale à bord du ballon stratosphérique Breitling Orbiter 3. Une pensée émue pour l'un des deux hommes les plus profonds du monde qui s'est, comme on dit, envolé vers un monde meilleur. source interview with jacques piccard 24heures.ch

domenica 26 ottobre 2008

Trieste - fermata dell'autobus

"qualchedun in Ponziana, stufo de star in pie a spetar la uno, ga ben pensà de riciclar una vecia sedia de cusina..." foto mauro vivian orari di linea

sabato 25 ottobre 2008

Trieste - ww2 - 1944/5

bombardamento di via san michele collezione privata leone veronese jr foto disponibile qua altre foto dei bombardamenti la protezione antiaerea, i bombardamenti, varie il tutto disponibile per tutti, con un po' di pazienza

giovedì 9 ottobre 2008

Trieste - francobollo austriaco

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Dall'estero

“La vecchia Austria” cita Trieste

Il francobollo uscirà il 3 novembre, novantesimo anniversario della firma, a villa Giusti, dell'armistizio. Da Vienna: “È solo una combinazione”

Una foto d'epoca con la stessa inquadratura scelta da Vienna (fonte: Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa)

Il 22 aprile 2005 l'1,00 euro per l'antico ufficio postale austroungarico di Gerusalemme, operativo tra il 1859 ed il 1914. L'1 dicembre 2006 il 55 centesimi dedicato ai 750 anni di Lemberg, in italiano Leopoli, che ha originato un'emissione congiunta con l'Ucraina. Il prossimo 3 novembre la terza tappa; citerà Trieste, cui verrà tributato un francobollo da 65 cent.

È la serie che Vienna dedica alla vecchia Austria, e all'ombra di San Giusto qualcuno già teme la speculazione storico-politica. Anche perché l'esemplare arriverà il giorno in cui, esattamente novant'anni prima, nella padovana villa Giusti si sottoscriveva l'armistizio tra l'Impero e l'Italia, chiudendo uno dei più importanti fronti della Prima guerra mondiale.

Da Österreichische post buttano acqua sul fuoco. Secondo i commenti ufficiali raccolti da “Vaccari news”, si tratterebbe di una semplice, quanto bizzarra, combinazione. E il 3 novembre è pure il giorno dedicato al martire Giusto, patrono cittadino.

La vignetta raffigura il salone delle Poste centrali triestine, dove giganteggiava la statua, visibile sullo sfondo, di Francesco Giuseppe.

Il francobollo che raffigura il salone delle Poste centrali di Trieste con la statua di Francesco Giuseppe. Arriverà dall'Austria il 3 novembre

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lunedì 29 settembre 2008

Trieste - i vecchi sono la nostra memoria

INTERVISTA SULLA TERZA ETÀ CON PAOLO RUMIZ

I vecchi sono la nostra memoria

Maria Luisa de Banfield
«Dobbiamo buttare a mare la tv e ascoltare le storie dei nonni»
La serie di interviste con personaggi celebri che parlano della vecchiaia, in occasione dei vent’anni delll’Associazione de Banfield, propone oggi le risposte del giornalista e scrittore triestino Paolo Rumiz. Doris Lessing, intervistata da Francesco Mannoni, alla domanda «Perché c’è una certa condiscendenza nei confronti delle persone anziane»? risponde così: «L’atteggiamento condiscendente nei confronti delle persone anziane in generale, è una caratteristica fissa della razza umana: quello di trovarsi un gruppo,un individuo, un animale con cui essere paternalistici. C’è sempre qualcuno da condannare o da ghettizzare: oggi potranno essere gli stupidi e i disabili, domani i musulmani, e tutti quelli che non sono e non la pensano come noi. Come specie siamo ancora molto tribali: noi siamo i buoni, gli altri i cattivi. È una vecchia logica della quale non ci siamo mai liberati e la usiamo con particolare riguardo verso le persone anziane, perché vecchio per tanti significa stupido, incapace». È d’accordo con la scrittrice? Ha qualcosa da aggiungere? «Domanda lunga e complicata per dire una cosa che non condivido. Non è vero niente, mi dispiace per la Lessing. La razza umana, come i topi o le balene o altri mammiferi sociali, ha sempre onorato e ascoltato i vecchi perché la loro esperienza fa sopravvivere la specie. Ghettizzarli e metterli in case di riposo è il segno di una società degenerata che intende suicidarsi e rinuncia alla memoria». Quale sarebbe il punto chiave da cui partire per ridisegnare la figura odierna dell’anziano smentendo la visione corrente di debolezza o comunque di inutilità? «Scardinare la società atomizzata dei nuclei familiari minimi che a metà dell'altro secolo il grande capitale ha lanciato come unica possibile rottura con la tirannica società patriarcale... Invece hanno distrutto quel modello senza sostituirlo con niente... in compenso ci hanno diviso per renderci consumatori impotenti e obbedienti. Dobbiamo ricostruire l'agorà, la piazza. Buttare a mare la Tv e ascoltare le storie dei nonni. Ma non vede che non cantiamo e non ridiamo più? L'italiano è diventato noioso, passa la vita a guidare da solo e a parlare da solo a un telefonino...». La visione distorta della Vecchiaia è rafforzata dalla nostra paura di invecchiare. Come pensa lei al suo invecchiamento? «Come a una maturazione continua. Credo di essere diventato adulto e persuaso solo dopo i cinquanta... La jeep va avanti nel deserto, il motore va bene, ma tutto il resto scricchiola... ogni giorno c'è qualche acciacco... Ma bisogna curarsi perché si è preziosi... Ho tanto da dire e da raccontare. Abbiamo il dovere di invecchiare nobilmente». Molti vecchi per restare nel grande fiume della società fanno di tutto per passare per giovani. Facendo così aiutano ad alterare l’immagine negativa che la gente ha di loro e della vecchiaia o semplicemente così si difendono dallo stereotipo del «vecchio=sorpassato»? «Conosco vecchi giovanissimi pieni di rughe e altri belli curati ma vecchissimi dentro. L'estetica, oltre certi limiti, è abbruttimento, perché nega che vecchio e bello possano anche andare d'accordo. Non c'è niente di più bello di un vecchio che se ne fotte delle rughe. Berlusconi non lo giudico politicamente, ma dico che ha costruito con le sue Tv una società basata sul lifting». Può darci un suggerimento per invecchiare con eleganza? «Se avessi ottant'anni lo potrei dire con più sicurezza, a sessanta non so... Raccontare molto, forse. Il racconto orale è la cosa più bella che Dio ci ha dato, ed è una doto che dobbiamo allenare cosdtantemente. Il racconto ha un valore consolatorio più forte di mille ansiolitici. Ah mia nonna, e il suo Cammina cammina... Che quercia formidabile che era!». Una gran parte di persone over 70 occupa oggi posti di grande prestigio e responsabilità. È sintomo della valorizzazione della Vecchiaia o di mancata capacità di rinnovamento della società? «I vecchi non devono rubare posti ai giovani ma consigliarli. Invece, l'Italia è una gerontocrazia scandalosa, blindata dai datori di lavoro e dai sindacati. Mio figlio se ne è andato a lavorare in Cina anche per questo Questa è la grande contraddizione della nostra società. I vecchi devono insegnare ai giovani e non lo fanno. Stanno lì, attaccati alla carega. Certo, ci sono dei casi che non c'è scelta». Victor Hugo ha detto «I vecchi hanno bisogno di affetti come del sole». La capacità e la voglia di relazionarsi affettivamente con i vecchi secondo lei è diminuita? «In parte ho già risposto all'inizio. La voglia c'è, manca il tempo. IO cerco di trovarlo. Come giornalista mi tormenta la paura di vedermi scappare tra le dita la testimonianza di qualche grande vecchio. Ultimamente ne ho sentiti di formidabili. Un reduce della Prima Guerra mondiale che ha 110 anni cantava ancora. Una profuga tedesca della Polonia... Che archivi viventi... Come si fa a lasciarseli scappare?». Goethe scrive «in ogni vecchio c’è un Re Lear». Quest’idea di catarsi nella vecchiaia non le suggerisce un commento? «Anche Goethe può dire cose inesatte. Non riesco a generalizzare. Lear ha fatto un errore dopo l'altro e soprattutto non ha capito la figlia che l'amava di più. Ma questi errori si fanno anche in età matura. L'egoismo nero aumenta con l'età? Può darsi». Hemingway invece ci dice che «i vecchi non diventano saggi ma solo più attenti». Lei ha qualche ricordo famigliare che confermi o smentisca questa considerazione? «Non lo so. Ci sono vecchi che hanno paura della loro ombra, e valutano ogni passo. Io preferisco i vecchi che perdono ogni diplomazia e non hanno più paura di dire a nessuno quello che pensano. Che splendida cosa, che lusso sublime, poter sbattere in faccia la verità agli arroganti!».
(29 settembre 2008) source

sabato 20 settembre 2008

Trieste - cassazione e assicurazioni generali

nozze solo in chiesa? niente risarcimenti

CASSAZIONE: NOZZE SOLO IN CHIESA? NIENTE RISARCIMENTI

Matrimonio solo in chiesa e mai trascritto in comune? Non si ha diritto ad alcun risarcimento del danno in caso di morte del coniuge per un incidente stradale. Lo afferma la Cassazione che ha respinto la domanda di una donna che si era vista negare dalla Corte d'appello di Trieste il risarcimento dei danni per il decesso del marito. I due erano sposati soltanto con rito canonico, privo di effetti civili, e i giudici del merito non avevano ritenuto provata la loro convivenza. La donna, dunque, si era rivolta alla Suprema Corte, non mettendo in discussione il fatto che "un soggetto, a fronte di un matrimonio contratto solo con il rito canonico e trascritto, non possa vantare diritti patrimoniali nei confronti del coniuge defunto", ma sottolineando che non era "giusti che la mancata trascrizione debba privare di rilevanza la 'affectio maritalis', la comunanza di spirito e di ideali che sicuramente possono avvincere anche due persone che si siano sposate solo religiosamente e che costituiscono il presupposto fondante del riconoscimento del danno morale ove intervenga la morte del congiunto". La Suprema Corte (terza sezione civile, sentenza n.23725) ha ritenuto "infondato" il motivo di ricorso: "Il diritto al risarcimento da fatto illecito concretatosi in un evento mortale va riconosciuto anche al convivente more uxorio del defunto stesso - si ricorda nella sentenza - quando risulti concretamente dimostrata siffatta relazione caratterizzata da tendenziale stabilita' e da mutua assistenza morale e materiale". Nel caso in esame, pero', "e' mancata la prova dell'esistenza di una relazione tendenzialmente stabile e di una mutua assistenza morale e materiale" tra i due, cosicche' "il giudice ha escluso che la donna potesse vantare diritti risarcitori a cagione della morte dell'uomo". (AGI)
(19 settembre 2008 ore 16.43)
nozze gay? compagno risarcito

I due francesi uniti dal Pacs vivevano da anni a Venezia. Uno è morto investito da un'auto all'altro è stato riconosciuto il danno morale "come prossimo congiunto"

Gay risarcito dall'assicurazione per la morte del compagno

Il legale: "Le Generali in Francia avrebbero equiparato la vittima dell'incidente al coniuge Se ciò era valido per la compagnia nel paese transalpino, doveva esserlo anche in Italia"

VENEZIA - Per la prima volta in Italia un gay si è visto riconoscere dalle assicurazioni il danno morale "come prossimo congiunto" e ha ottenuto un risarcimento per la morte del compagno, vittima di un incidente. E' accaduto a Venezia, e a riconoscere il danno patito e il risarcimento sono state le Assicurazioni Generali: secondo quanto riporta Il Gazzettino, la compagnia assicuratrice avrebbe in questo modo tutelato i diritti del compagno dell'uomo - un 80enne deceduto nel gennaio scorso dopo essere stato investito mentre attraversava la strada al Lido di Venezia - come se i due fossero stati una famiglia tradizionale. Questo nonostante non vi fosse tra loro alcun legame riconosciuto in Italia dal punto di vista formale o alcun rapporto di parentela. Ma i due uomini, entrambi francesi, insieme da circa 40 anni e residenti a Venezia, si erano "uniti" formalmente come coppia a Parigi, usufruendo del "patto civile di solidarietà" previsto dalla legge francese 99-944. Una norma che disciplina le unioni diverse dal matrimonio, anche tra omosessuali. Le Assicurazioni Generali avrebbero così riconosciuto in Italia, con una transazione, ciò che era valido per le unioni tra gay in Francia, stabilendo in definitiva che i due anziani erano una coppia. "Nel gennaio scorso - racconta Il Gazzettino - subito dopo la tragedia, inizialmente non era bastata la parola del vedovo gay per procedere alla cremazione del compagno investito da un'auto. Così ci vollero due settimane, e una lunga trafila burocratica prima di poter dare a Georges Gaston Lillemant, 80 anni, di nazionalità francese, degna sepoltura. L'uomo nato a Chateau Villan ufficialmente era residente a Parigi, anche se da parecchi anni con domicilio in laguna, insieme al compagno". "Non c'è stato bisogno di alcuna causa" ha spiegato l'avvocato Augusto Palese, che ha patrocinato il vedovo gay davanti alle Assicurazioni Generali. "I due si erano uniti civilmente in Francia con il 'patto civile di solidarietà. Ho argomentato che le Generali, presenti in Francia, avrebbero in quel Paese equiparare la vittima dell'incidente al 'marito' del mio assistito. Se ciò era valido per la Compagnia nel paese transalpino doveva esserlo anche in Italia".
Una tesi, ha aggiunto, "che le Generali hanno accolto con disponibilità e una grande attenzione alle nuove sensibilità sociali". Il compagno dell'uomo era rimasto vittima di un incidente al Lido di Venezia, investito da un automobilista assicurato con Generali. Sull'incidente - dalla dinamica controversa, ammette lo stesso Palese - era stata aperta anche un'inchiesta penale per omicidio colposo, che si avvia però all'archiviazione. "Era doveroso - conclude Palese - riconoscere il risarcimento, perché la loro era un'unione bella e buona e non poteva non parlarsi, per chi aveva perso il compagno, di prossimo congiunto". (26 luglio 2008) E vi «Dico» che la legge francese può venire applicata anche in Italia

lunedì 15 settembre 2008

generali france - pub zidane

< .......heureusement il y a aussi des femmes et des hommes qui agissent et trouvent des solutions pour que le monde soit un peu plus responsable. Aujourd'hui je veux être avec eux................................. Generali mise 9 millions d'euros sur Zidane L’ex numéro 10 de l’Equipe de France incarne la nouvelle signature de l’assureur, dans le domaine du mécénat social et de la responsabilité environnementale. Zinedine Zidane (c) Sipa Zinedine Zidane AMIS footeux, Zizou est de retour! Pas sur le terrain, ni lové dans un pull Dior pour vanter une eau de toilette, mais en muse pour la marque Generali France. L’ex numéro 10 de l’Equipe de France incarne la nouvelle signature de l’assureur, "génération responsable", pour tout ce qui concerne l’engagement de l’entreprise dans le domaine du mécénat social et de la responsabilité environnementale. La campagne, d’un montant global de 9 millions d’euros, démarre le 10 septembre dans la presse quotidienne et le 14 à la télévision. Elle est signée de l’agence Leg, une entité de la nébuleuse Havas, et auteur, entre autres, des campagnes détonantes pour l’Eurostar, moult fois primées, ou encore des récentes pubs, façon Monty Python, pour SFR. Zizou et les Generali sont de vieux complices. Lors du dernier Mondial de football, il y a deux ans, le joueur jouait déjà les porte-drapeaux pour la marque, comme ambassadeur pour la protection de l’environnement. Il avait aussi accepté de parrainer le premier monocoque du groupe, équipé en éoliennes et capteurs solaires, dans le cadre du Vendée Globe. Cette fois, le tandem va encore plus loin, puisque la nouvelle signature s’accompagne de la création d’une bourse aux projets innovants, en matière social ou environnementale. Une impulsion donnée par Claude Tendil, le patron de Generali France, pour booster notamment la notoriété et l’image de l’assureur dans l’Hexagone face au leader Axa. Dans cette optique, choisir Zidane -"une marque en soi" selon le publicitaire Jacques Séguéla- est tout sauf anodin. Sorti du terrain, Zizou, dixit les experts, véhicule encore des valeurs universelles, telles la mixité, l’esprit d’équipe, l’engagement… Coup de boule ou pas, il reste une valeur sûre en marketing. par Thuy-Diep Nguyen, rédactrice en chef ajointe à Challenges, jeudi 4 septembre. source ******** la fache cachée de zidane(l'express) ********responsable mais pas coupable ----------évaluation-avis generali assurance santé

mercoledì 10 settembre 2008

Trieste - Museo postale

Brevi News

Al Museo Postale di Trieste una singolare mostra legata al mondo degli uccelli

Una singolare mostra in programma da domani presso il Museo Postale della Mitteleuropa di Trieste vedrà per protagonisti lettere, cartoline, francobolli ed ogni altro materiale filatelico legato a località i cui nomi hanno stretta attinenza con il mondo dei volatili. Non a caso il titolo della mostra è “Gli uccelli nella toponomastica italiana”. L’esposizione, basata sulla raccolta del collezionista veneto Gianfranco Gurian, sarà visitabile tutti i giorni sino al prossimo 6 ottobre.

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Una "rossa" della collezione Gurian in esposizione al Museo triestino

Aprirà domani, 10 settembre, e rimarrà aperta sino a tutto il 6 ottobre la nuova esposizione filatelica a soggetto del Museo Postale della Mitteleuropa di Trieste, dal singolare titolo “Gli uccelli nella toponomastica italiana”.

La Toponomastica, come è noto, è lo studio dell’origine del nome proprio dei luoghi, molti dei quali, nel nostro Paese, hanno una stretta attinenza con il mondo dei volatili. Un connubio, quello tra uccelli e toponimi, che ha affascinato il collezionista Gianfranco Gurian di Martellago (Venezia), il quale ha realizzato una intera raccolta filatelica sull’argomento, messa per l’occasione a disposizione del Museo triestino. Annulli postali, dunque, ma anche francobolli, buste, cartoline, saggi, prove, affrancature meccaniche e ogni altro oggetto postale legato alla tematica avicola.

La rassegna, precisano gli organizzatori, è divisa in quattro sezioni. Nella prima vi sono le documentazioni relative a quelle località che hanno preso il nome direttamente da un uccello, come a esempio Monfalcone.

Nella seconda figurano le località che traggono l’appellativo da un uccello per casuale omonimia. È il caso di Cicagna, in provincia di Genova, dove nel 1922 la “quasi omonimia” fece arrivare una letterina indirizzata alla cicogna “portabambini”; il successivo solerte interessamento di alcuni residenti rimasti colpiti dall’accaduto ha fatto sì che Cicagna diventasse a tutti gli effetti il “paese della cicogna”, con tanto di un'apposita équipe che risponde ai bambini di tutto il mondo che inviano le proprie lettere allo speciale uccello con i trampoli.

La terza sezione della mostra è invece dedicata a quelle località dove l’uccello e il toponimo derivano dal medesimo soggetto, come succede per Marzolara (Parma), dove si presume che il nome del borgo derivi dal mese di marzo, lo stesso mese in cui giungono nella cittadino le “marzaiole” per nidificare.

Infine nella quarta sezione ci sono località che prendono il nome da qualcosa che risulta legato al mondo avicolo. E’ questo il caso di Gabbiana, in provincia di Mantova, dove il toponimo trae origina dalla presenza in loco di diversi produttori di gabbie per volatili.

La mostra, curata dalla direttrice del Museo Postale della Mitteleuropa Chiara Simon in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00, la domenica dalla 10 alle 12 con la collaborazione dell’associazione “Cittàviva”.

source

filatelia e uccelli