mercoledì 25 febbraio 2009

trieste - salpat - stabilimento pastorizzazione latte 1954

Inaugurazione a Montebello del nuovo stabilimento per la pastorizzazione del latte, costruito per iniziativa del conte Gaetano Marzotto [...]. Al sindaco Bartoli viene riservato l'onore di bere il primo bicchiere prodotto (da: Trieste 1900-1999. Cent'anni di storia)

venerdì 20 febbraio 2009

trieste - raffineria aquila 1953

inaugurazione stazione servizio riva Grumula 1953 bandiera stabilimento 1953 Aquila : interni laboratorio con persone 1953 foto recenti laboratorio (grazie dario) http://i49.photobucket.com/albums/f283/elanied/VINTAGE%20PRINTS/Impiantolubrificanti_torrediestr-1.jpg

lunedì 16 febbraio 2009

mas 9 e mas 13 di luigi rizzo dopo affondamento corazzata wien a trieste

venezia, 11 dicembre 1917
equipaggio mas 9 equipaggio mas 13


La notte del 10 dicembre mezzi d'assalto italiani penetrano nel porto di Trieste e silurano la corazzata « Wien », proprio davanti alla Villa Veneziani. La nave era carica di marinai, che si gettano in mare. Ettore (Schmitz) e Livia accendono tutte le luci della casa, contravvenendo alle disposizioni sull'oscuramento. Così i naufraghi trovano la via della salvezza, e vengono rifocillati. Dopo la fine della guerra Svevo conosce l'autore dell'impresa, l'ammiraglio Rizzo. « Dunque – gli disse l'ammiraglio, dopo essergli stato presentato – Lei stava sotto Servola? Se mi riusciva un certo colpo sul deposito di munizioni posto dinanzi al Lloyd (…) Lei, la Sua casa e la Sua fabbrica sarebbero saltati in aria ».
Sulla sua bella faccia di marinaio – commenta Svevo – passò un'ombra di rimpianto per quel colpo non riuscito. Ettore gli strinse la mano forte per trattenerlo, retrospettivamente, da quell'impresa.

« Il segreto di Svevo » Fulvio Anzellotti
 

sabato 14 febbraio 2009

trieste - via san michele 1909-1910-1922

Villa d'Angeli (Zanetti) via S. Michele 1909 Demolizione Villa d'Angeli via S. Michele : mura torre giardini 1909 Demolizione Villa d'Angeli via S. Michele : mura torre giardini 1909 Mura romane via S. Michele 1910 Mura romane via S. Michele 1910 Mura via S. Michele : veduta di S. Giusto colle mura dal poggiuolo della casa Drioli in via S. Michele 1910 Mura medioevali tra la via S. Giusto e Tor S. Lorenzo 1922 Mura medioevali tra la via San Giusto e la via Tor S. Lorenzo / foto Opiglia Pietro 1922

martedì 10 febbraio 2009

trieste - il tesoro riscoperto

Una preziosa eredità austriaca nell’Archivio di Stato di Trieste. Si tratta dell’esposizione di parte dei oggetti preziosi consegnati fin dal ‘700 al Tribunale di Trieste come depositi giudiziali – mai reclamati dai proprietari – trasferiti dal governo austriaco a quello italiano. Una mostra unica, allestita nella sala Attilio Selva del palazzo Gopcevich.

venerdì 6 febbraio 2009

trieste - horror

Le case dell’orrore: svuotate o affittate, ma nessuno le compra

L’unica speranza di piazzarle è che gli interessati non sappiano dei delitti compiuti tra quelle mura
di Laura Tonero
Le case dell'orrore di Trieste, quelle dove sono stati consumati atroci delitti, hanno vita difficile. Nessuno le vuole più abitare. Nessuno vuole dormire, mangiare, allevare i propri figli nelle stanze dove qualcuno ha perso la vita. Tolti i sigilli posti dagli inquirenti al termine delle indagini, restano sfitte, vuote, invendute. Fanno paura. L'unica speranza che i proprietari hanno di piazzarle nuovamente sul mercato immobiliare è che a prenderle in locazione o a comperarle arrivi qualcuno che non sa, che arriva da lontano. «Ora la casa è di proprietà di una famiglia dell'Aquila e viene affittata a rotazione a stranieri - racconta con la porta socchiusa la signora Dudine, una residente dello stabile di via Flavia 76 - adesso ci abita una famiglia di rumeni». Ma quei rumeni non sanno che nel tinello di quell’appartamento all'ultimo piano, nell'aprile del 1997, fu ammazzata con una forbice conficcata nella gola Marina Sever, in arte Maga Malika. Al numero 12 di viale XX Settembre sul campanello c'è ancora l'etichetta col nome di Bruno Cosolo. È scritto in grande, in stampatello. Appiccicato accanto su un foglietto provvisorio si legge a malapena un altro cognome: è quello degli studenti che ora abitano quel piccolo appartamento teatro di un delitto filmato dalle telecamere che la vittima aveva piazzato tentando di riprendere un fugace rapporto sessuale con tre marittimi egiziani. «Non sapevamo, è allucinante». Nelle stanze dove loro passano i pomeriggi sui libri, i tre cadetti hanno ucciso l'uomo con due lunghi coltelli da cucina. Non vogliono parlare i nuovi affittuari della soffitta in via del Bosco che ha fatto da sfondo all'omicidio di Susanna Chicco. Hanno tolto l'insegna di acciaio con il suo nome, si vedono i segni, e con dei chiodini hanno appeso il loro. Da poco, dopo essere stato scarcerato, Roberto Ruzzier ha deciso di mettere in vendita la sua casa di via dei Montecchi 9 dove squartò l'amico Fulvio Schiavon. «Qui quell’assassino non deve rimetterci più piede», grida una coinquilina al citofono: «Speriamo che al quinto piano arrivi a viverci una famiglia per bene. Sapete che i miei cani quando scendono le scale, sentono ancora l'odore del sangue?»
I residenti di San Dorligo raccolti in piazza fuori dal bar raccontano che sia in vendita anche la casa dove nel febbraio 2001 fu massacrato il sessantaduenne Giuseppe Canziani. La villetta dove l'uomo fu soffocato con un cuscino e colpito più volte con un coltello è al numero 225, in fondo a una stradina sterrata tra le vigne, l'erba alta, le foglie e i rami secchi. Un armadietto in legno è abbandonato nel cortile e qualche straccio è rimasto steso ai fili della biancheria. È stato divelto persino il campanello, gettato a terra quasi a voler cancellare qual nome. La famiglia dell'uomo vive nel centro del paesino del Carso e vuole dimenticare. È vuoto anche l'appartamento di via Pecenco 4 dove nel gennaio del 2006 è stata assassinata a colpi di coltello la non vedente Alma Prasel. «Ogni tanto arriva il marito dalla Grecia a vedere della casa - racconta un'anziana vicina - ma forse cercheranno di darlo in affitto. È chiuso da tanto tempo, da quel maledetto giorno». E sul portone della casa un'immobiliare propone in locazione un appartamento.

mercoledì 4 febbraio 2009

caro estinto diventa diamante

Le ceneri del caro estinto diventano un diamante

Proposta di un’azienda svizzera fondata da due imprenditori nostrani: costo, dai 3500 euro in su
di Marina Nemeth
Un diamante è per sempre, anzi per l'eternità. Una piccola società svizzera, Algordanza, già operativa e in crescita in tutto il mondo, ha scoperto l'ultima frontiera dell'immortalità: il segreto per trasformare, in laboratorio, le ceneri del caro estinto in una pietra preziosa. Non si tratta però di un privilegio riservato a pochi eletti con solide finanze: artefici due imprenditori di casa nostra (il triestino Walter Mendizza, 55 anni, e la monfalconese Christina Sponza, 37), ora tutti gli italiani possono decidere di rinascere dalle proprie ceneri e diventare, tempo qualche settimana, un gioiello di famiglia, magari incastonati in un anello o in un pendaglio dalle forme (e dai carati) più vari. A prezzi che vanno dai 3500 euro ai 15 mila. Walter e Christina, assieme ad un terzo socio romano, hanno infatti aperto a due passi dal Vaticano, nel cuore di Roma, la prima sede legale italiana di Algordanza e dei Diamanti della Memoria, nome coniato dalla società elvetica per pubblicizzare le loro creazioni. Le quali, assicura, sono frutto di un procedimento di cristallizzazione naturale del carbonio certificato a garantire un'impronta univoca e assolutamente individuale ottenuta dalle cremazioni ricevute, nessun elemento estraneo incluso. Così che ogni diamante può assumere tonalità che variano dal bianco all'azzurro, a seconda della composizione chimica di ogni persona scomparsa. Unica, appunto, come unico è lo stile di vita e l'ambiente in cui ognuno di noi vive. La notizia, come prevedibile, ha già ingolosito i media nazionali, tanto che in questi giorni i due registreranno in Svizzera, nella casa madre di Coira, antica città nel cantone dei Grigioni, un filmato che andrà in onda domenica 8 febbraio durante la trasmissione «Tatatmi» di Raitre, il noto talk show di Camila Raznovich. In Facebook, il social network più trendy del momento, un gruppo dal significativo nome «Sono brillante, sarò diamante» accoglie quasi un centinaio di sostenitori della “preziosa” forma di sepoltura. E il sito italiano aperto in Internet è già stato contattato tanto da singole persone, dal Piemonte alla Puglia, quanto - come è ovvio - da alcune imprese di pompe funebri. A questo punto sarà curioso sondare la reazione del popolo italico, in genere visceralmente legato ai funerali e alle giornate del ricordo da celebrare in cimitero, a differenza di altri paesi come il Giappone, che da solo assorbe il 40 per cento del mercato di Algordanza.
«Posso solo raccontare la mia esperienza personale», dice Walter Mendizza, già direttore generale della compagnia Sasa Vita oggi in pensione: «Mia madre morì molto giovane, ad appena 45 anni. Un dolore che non sono mai riuscito a metabolizzare. Quando, due anni fa, ho letto un articolo in inglese che dava notizia della possibilità di trasformare le sue ceneri in un diamante, non ho avuto dubbi e mi sono attivato per renderla possibile anche in Italia. Ora non vedo l'ora di portarla via dal luogo buio e freddo in cui sta per tenerla sempre con me». Una storia molto privata motiva anche Christina Sponza, un passato nel gruppo dirigente del Partito Radicale, architetto attualmente impegnato con l'associazione Tecnosophia in progetti ambientalisti per il superamento delle barriere architettoniche in collaborazione con la Consulta regionale del volontariato. «Uscivo dal lutto di un carissimo amico – spiega - incontravo i suoi parenti e comprendevo la sensazione, devastante, che si prova dopo aver perso un familiare. Come alleviare quella pena? Forse con qualche cosa di fisico che potesse rinnovare il legame, che desse la sensazione di un eterno presente. Un “luogo” personale dove concentrare tutto: memoria e gioia dei ricordi di chi si ha amato». L’intuizione, a giudicare i numeri, sembra aver fatto breccia nel cuore di un buon numero di famiglie colpite dalla perdita di una persona cara, se è vero che la società svizzera viaggia con una media di cento diamanti prodotti al mese, anche pagati a rate.

lunedì 2 febbraio 2009

trieste - san giusto, benedizione campane

Santin santifica e consacra le tre campane(25 ottobre 1953) ore 18H00 le tre campane sollevate nella cella campanaria (26 ottobre 1953) Antonio Ciana ( Trieste nelle sue fotografie) grazie