lunedì 29 dicembre 2008

Trieste - tappi di sughero

Da oltre cent'anni Colombin unisce tradizione, tecnologia e ricerca per creare tappi di sughero naturali e versatili, perfetti per rispettare le qualità uniche di ciascun vino.

Selezioniamo solo i sugheri migliori, utilizziamo gli impianti più avanzati e creiamo i tappi più innovativi nel rispetto dell'ambiente.

La nostra tecnologia, infatti, è al servizio dell'ecologia grazie ad un processo produttivo a bassissimo impatto ambientale

Colombin & Figlio S.p.A. Via dei Cosulich, 1 34147 Trieste - Italia P.I. 00046830329 Tel +39 040 8991.111 Fax +39 040 380.801 email info@colombin.it

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giovedì 18 dicembre 2008

trieste - santa giustina

Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa – 1554) Santa Giustina e un devoto (1530) Olio su tela, 200 x 139 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum Santa Giustina fu una martire cristiana che visse a Trieste al tempo dei romani. Era corteggiatissima da molti uomini per la sua bellezza ma lei rifutava tutti in quanto era devota a Cristo. Per questo motivo Fabiano, console di Trieste, la fece giustiziare. Ma le frecce che le venivano lanciate mancavano il bersaglio e gli arceri sudavano sangue. Fabiano quindi la fece decapitare. Il popolo si rivoltò e Fabiano commise suicidio. Nel quadro del Moretto la vediamo con un devoto in ginocchio in fervente ammirazione. L'unicorno rappresenta la purezza e la verginità. La Palma, il martirio. source

- Zenone e Giustina sono ricordati con una memoria collettiva il 7 giugno, insieme agli altri protomartiri tergestini. La loro passio, che risale alla fine del Medioevo, dice che essi subirono il martirio il 13 luglio 286, durante l’impero di Diocleziano e Massimiano. Giustina, giovane fanciulla nata da genitori cristiani, fu fatta arrestare perché il preside di Trieste, un certo Sapricio o Fabricio, aveva saputo che rifiutava ostinatamente il matrimonio perché aveva fatto voto di verginità. Dopo aver tentato inutilmente di convincerla a sacrificare agli dèi, promettendole di darla in sposa ad un uomo ricco, la condannò alla tortura dell’eculeo e alla decapitazione. Mentre Giustina attendeva in carcere il momento del supplizio, un ufficiale di nome Zenone per dileggio le chiese di mandargli della frutta dal paradiso, quando vi fosse giunta. Accompagnata dalle guardie sul luogo dell’esecuzione Giustina pregò un ragazzino di portare a Zenone il suo fazzoletto con la frutta e di dirgli che gli mandava ciò che le aveva chiesto. Zenone accettò il dono ridendo, anzi con il fazzoletto si asciugò il sudore: fu allora che lo Spirito Santo scese su di lui e, convertito, confessò al preside di essere diventato cristiano. Così poco dopo Giustina anche lui fu decapitato. Le loro presunte reliquie sono conservate nella cattedrale di San Giusto.

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i sepolcri padovani di santa giustina

venerdì 12 dicembre 2008

trieste -- nouvelle cuisine

Trieste, 12 apr. (Adnkronos/Ign) - Quattro anziani ospiti presso la casa di riposo Bartoli sono stati ricoverati d'urgenza per una sospetta intossicazione alimentare, stamattina all'ospedale di Cattinara, a Trieste. Uno di loro si trova ancora in osservazione al pronto soccorso e probabilmente sarà dimesso domani mattina, mentre gli altri tre sono stati trasferiti nei reparti. Lo riferisce il responsabile del pronto soccorso, Walter Zalukar. Le condizioni dei tre anziani sono delicate, poiché si tratta di persone non autosufficienti con gravi problemi di salute che stanno affrontando una disidratazione a causa di diarrea e vomito. Tra di loro c'è una donna di 102 anni. Un quinto ricoverato, un uomo di 82 anni, è deceduto stamattina. In prima battuta gli inquirenti hanno escluso che il decesso sia da collegare all'intossicazione. Sulla vicenda, però, il magistrato di turno ha aperto un'inchiesta. Bisogna infatti capire cosa abbia provocato i sintomi, per i quali un'altra cinquantina di anziani, colpiti in modo meno violento, vengono assititi presso la casa di riposo . I pasti che hanno consumato ieri gli anziani sono stati preparati da una ditta alla quale il Comune di Trieste ha affidato in appalto anche forniture per altre strutture e a domicilio, dove non si sono verificati malori. source
Intossicazione anziani Trieste: salgono a due le vittime
Morto in ospedale uno dei sette anziani ricoverati ieri
(ANSA) - TRIESTE 13 APR - Salgono a due le vittime della sospetta intossicazione alimentare che ha colpito una quarantina di anziani in una casa di riposo a Trieste. Nell'ospedale di Cattinata e' deceduto oggi uno dei 7 anziani ricoverati ieri. Nello stesso ospedale restano gravi le condizioni di una donna di 103 anni, mentre non destano particolari preoccupazioni le condizioni degli altri 4 anziani ricoverati in osservazione. Per accertare le cause dell'intossicazione l'Azienda Sanitaria ha avviato accertamenti.
source aggiornamento 10/12/2008

Casa Bartoli, il pm: omicidio colposo e epidemia

Si prepara a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della Cooperativa Basaglia e di due cuochi di Claudio Ernè
Una pentola di seppie riscaldate lentamente a «bagnomaria». È questa l'origine dell'intossicazione alimentare che nello scorso aprile ha ucciso due anziani ospiti di «Casa Bartoli», ne ha spediti altri sette all'ospedale in gravi condizioni e ne ha costretti più di sessanta a letto per giorni e giorni con una devastante diarrea. Il pm Lucia Baldovin ha concluso le indagini che coinvolgono tra gli altri Roberto Colapietro, presidente della Cooperativa «Franco Basaglia» che gestiva il centro cottura di Casa Bartoli. Colapietro è indagato per omicidio colposo e per epidemia, cioè aver consentito la somministrazione di alimenti che hanno provocato l'avvelenamento degli anziani. Per anni e anni quest'ultimo reato non è mai stato contestato nelle aule del Tribunale di Trieste. Assieme al presidente della cooperativa che aveva vinto l'appalto, sono coinvolte nell'inchiesta altre tre persone - cuochi e inservienti di cucina - che hanno partecipato direttamente alla preparazione del piatto di seppie che, secondo l'accusa, ha provocato il disastro. Se gli indagati lo riterranno opportuno si presenteranno dal magistrato inquirente. Poi il pm Lucia Baldovin deciderà sul rinvio a giudizio. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas, le seppie sono state riscaldate a bagnomaria e il grande tegame che le conteneva è stato immerso in una pentola più grande ancora, piena d'acqua. Il riscaldamento è stato molto lento e questo tepore prolungato ha determinato l'abnorme crescita dei batteri killer del genere Clostridium che poi hanno ucciso Andrea Trapella e Sergio Tussini. Se al contrario il pentolone con le seppie fosse stato direttamente posto sul fuoco, il riscaldamento sarebbe stato molto più veloce e il batterio non avrebbe avuto il tempo di riprodursi. Questo errore è stato fatale. Va aggiunto che la cooperativa «Franco Basaglia» aveva organizzato per i suoi dipendenti addetti alle cucine uno specifico corso nel settembre 2007. In quella sede erano state spiegate e rispiegate tutte le insidie insite nella preparazione dei cibi per le grandi comunità. Erano stati illustrati i metodi e le procedure da adottare, e quelle che invece andavano tassativamente scartate.
«L'incidente è stato bruttissimo e le morti dei due anziani ci hanno profondamente scosso. Da più di trent'anni lavoriamo in campo sociale e abbiamo spiegato sempre ai nostri soci e dipendenti che lavorano nelle comunità come vanno trattati gli alimenti. Siamo tutti rammaricati e costernati...» ha affermato ieri Roberto Colapietro. La cooperativa, a causa di quanto è accaduto a Casa Bartoli, ha perso l'appalto ed è stata sostituita, per decisione del Comune dalla seconda classificata nella gara, la Cir-food. Questa società ha anche assunto una parte dei dipendenti della cooperativa «Franco Basaglia», evitando loro l'incubo della disoccupazione. Il Clostridium, il batterio killer dei due anziani, vive nel suolo, nell'acqua, negli scarichi fognari e fa parte della normale flora batterica del tratto gastrointestinale dell'uomo. È stato spesso al centro delle tossinfenzioni alimentari sviluppatesi nelle comunità, negli alberghi, nelle caserme.
(10 dicembre 2008) source
....Cuocere e riscaldare gli alimenti......... Molti cibi crudi come la carne, le uova, il latte non pastorizzato, sono spesso contaminati da microorganismi che causano malattie. Una cottura accurata li distruggerà completamente: è fondamentale rispettare il binomio temperatura/tempo che varia secondo l'alimento. Nel riscaldamento dei cibi è invece buona norma raggiungere i 72°C per almeno due minuti. source

nuove ricette....

.....................E le seppie, che a vederle ora, nella nebbiolina della cella, marroni e già decongelate, non stimolano il palato. Una tonnellata di pesce scaduto, di grande varietà (nome dell'operazione "Pesce fritto"). Scaduto tra il 2005 e il 2008..........[...]....Tutto quanto doveva finire nei ristoranti, nelle mense, nei supermercati.

capitone sicuro

pesce pulito......

A Trieste - ha reso noto nella serata di ieri la Capitaneria di porto - sono stati sequestrati 379 chili di prodotto ittico. L’operazione, nel capoluogo giuliano ha impegnato 19 uomini. I controlli svolti sono stati 92 e 9 i reati ed illeciti scoperti. Ammontano infine a 19.337 euro le sanzioni amministrative comminate.

L’irregolarità più eclatante è venuta alla luce a Lignano Sabbiadoro. I controlli hanno accertato che un grossista, fornitore di buona parte dei ristoranti della zona, vendeva prodotti ittici scaduti o in cattivo stato di conservazione. Nelle sue celle frigo sono stati recuperati 297 chili di pesce potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. L’uomo è stato denunciato anche per l’ipotesi di reato di commercio di sostanze nocive (redazione-fvg24.it).

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giovedì 4 dicembre 2008

Trieste - grandi reti a fibre ottiche

L’86% DELLA PRODUZIONE 2007 E’ STATO DESTINATO ALL’ESTERO

Grandi reti a fibre ottiche, nascono a Trieste i sistemi ad alta velocità

Giovanni Tomasin
L’Alcatel-Lucent ha realizzato i dispositivi del collegamento Marsiglia-Singapore. Schiavoni: «Stabilimento esemplare per innovazione»
TRIESTE Nascono a Trieste i sistemi ad alta velocità necessari al funzionamento delle grandi reti a fibre ottiche che uniscono Europa e Asia. A produrli è lo stabilimento Alcatel-Lucent, situato nella zona industriale, a pochi passa di Aquilinia. «I mercati orientali offorno oggi ampi volumi d’affari – osserva Stefano Schiavoni, vicepresidente della Divisione optics della multinazionale –. In questo settore abbiamo ottenuto diversi successi, di cui lo stabilimento di Trieste è parte integrante.» Alcatel-Lucent, come si diceva, produce a Trieste sistemi ad alta velocità come il terminale sottomarino 1620 Light Manager e il dispositivo 1626 Light Manager, utilizzati in progetti internazionali come la rete ottica sottomarina e terrestre Sea-Me-We 4, che collega Singapore a Marsiglia attraversando 20 mila chilometri e 14 paesi. Lo stabilimento produrrà inoltre parte degli apparati che serviranno la linea I-ME-WE, progetto con cui Alcatel-Lucent collegherà Marsiglia a Bombay attraverso una nuova rete ottica sottomarina lunga 13 mila chilometri, e quelli per la modernizzazione della rete di Mediterrean Nautilus Limited, provider di servizi a banda larga. la cui rete collega Italia, Grecia, Turchia e Israele. Nel 2007 l'86% della produzione dello stabilimento di Trieste è stata destinata a clienti esteri: in Europa (in testa Francia e Spagna) ma anche in Cina, India, Australia e Brasile. Nata negli anni '70, la fabbrica impiega circa 400 persone, di cui il 70% è diplomato o laureato. La «mission» dello stabilimento consiste, come detto, nella produzione, installazione e test di apparati ottici per le reti di comunicazione. La tecnologia impiegata è la «multiplazione di lunghezza d'onda», tecnica che permette di combinare diversi segnali o flussi di dati in un unico segnale che viene poi inviato, tramite fibra ottica, consentendo un aumento considerevole del volume dei dati trasmessi. «Una multinazionale come Alcatel-Lucent – rileva Schiavoni - investe in Italia solo se può trovarvi innovazione ed eccellenza, e in questi ambiti la sede di Trieste è esemplare. La ricerca e l'innovazione sono essenziali nel nostro settore – conclude – e per questo la nostra azienda lavora a stretto contatto con università e centri di ricerca.» Lo stabilimento collabora continuativamente con l'Università di Trieste, di cui accoglie regolarmente i tirocinanti; alcuni trovano poi un impiego nella stessa azienda. Alcatel-Lucent detiene dal 2001 la leadership mondiale nel settore delle fibre ottiche. La maggior parte del traffico Internet mondiale viaggia infatti su reti sottomarine, settore di cui la multinazionale detiene il primato con il 40% del mercato mondiale. La sede principale di Alcatel-Lucent Italia è a Vimercate, dove si elaborano le strategie a livello mondiale. «Anche noi siamo attenti a seguire le evoluzioni del mercato in questi tempi di crisi – osserva Schiavoni –. E’ difficile fare previsioni per il 2009. Le attese per il 2008 sono state rispettate. I nostri progetti sono spesso pluriennali, e risentono quindi meno della crisi.»
(03 dicembre 2008)