venerdì 12 dicembre 2008

trieste -- nouvelle cuisine

Trieste, 12 apr. (Adnkronos/Ign) - Quattro anziani ospiti presso la casa di riposo Bartoli sono stati ricoverati d'urgenza per una sospetta intossicazione alimentare, stamattina all'ospedale di Cattinara, a Trieste. Uno di loro si trova ancora in osservazione al pronto soccorso e probabilmente sarà dimesso domani mattina, mentre gli altri tre sono stati trasferiti nei reparti. Lo riferisce il responsabile del pronto soccorso, Walter Zalukar. Le condizioni dei tre anziani sono delicate, poiché si tratta di persone non autosufficienti con gravi problemi di salute che stanno affrontando una disidratazione a causa di diarrea e vomito. Tra di loro c'è una donna di 102 anni. Un quinto ricoverato, un uomo di 82 anni, è deceduto stamattina. In prima battuta gli inquirenti hanno escluso che il decesso sia da collegare all'intossicazione. Sulla vicenda, però, il magistrato di turno ha aperto un'inchiesta. Bisogna infatti capire cosa abbia provocato i sintomi, per i quali un'altra cinquantina di anziani, colpiti in modo meno violento, vengono assititi presso la casa di riposo . I pasti che hanno consumato ieri gli anziani sono stati preparati da una ditta alla quale il Comune di Trieste ha affidato in appalto anche forniture per altre strutture e a domicilio, dove non si sono verificati malori. source
Intossicazione anziani Trieste: salgono a due le vittime
Morto in ospedale uno dei sette anziani ricoverati ieri
(ANSA) - TRIESTE 13 APR - Salgono a due le vittime della sospetta intossicazione alimentare che ha colpito una quarantina di anziani in una casa di riposo a Trieste. Nell'ospedale di Cattinata e' deceduto oggi uno dei 7 anziani ricoverati ieri. Nello stesso ospedale restano gravi le condizioni di una donna di 103 anni, mentre non destano particolari preoccupazioni le condizioni degli altri 4 anziani ricoverati in osservazione. Per accertare le cause dell'intossicazione l'Azienda Sanitaria ha avviato accertamenti.
source aggiornamento 10/12/2008

Casa Bartoli, il pm: omicidio colposo e epidemia

Si prepara a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della Cooperativa Basaglia e di due cuochi di Claudio Ernè
Una pentola di seppie riscaldate lentamente a «bagnomaria». È questa l'origine dell'intossicazione alimentare che nello scorso aprile ha ucciso due anziani ospiti di «Casa Bartoli», ne ha spediti altri sette all'ospedale in gravi condizioni e ne ha costretti più di sessanta a letto per giorni e giorni con una devastante diarrea. Il pm Lucia Baldovin ha concluso le indagini che coinvolgono tra gli altri Roberto Colapietro, presidente della Cooperativa «Franco Basaglia» che gestiva il centro cottura di Casa Bartoli. Colapietro è indagato per omicidio colposo e per epidemia, cioè aver consentito la somministrazione di alimenti che hanno provocato l'avvelenamento degli anziani. Per anni e anni quest'ultimo reato non è mai stato contestato nelle aule del Tribunale di Trieste. Assieme al presidente della cooperativa che aveva vinto l'appalto, sono coinvolte nell'inchiesta altre tre persone - cuochi e inservienti di cucina - che hanno partecipato direttamente alla preparazione del piatto di seppie che, secondo l'accusa, ha provocato il disastro. Se gli indagati lo riterranno opportuno si presenteranno dal magistrato inquirente. Poi il pm Lucia Baldovin deciderà sul rinvio a giudizio. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas, le seppie sono state riscaldate a bagnomaria e il grande tegame che le conteneva è stato immerso in una pentola più grande ancora, piena d'acqua. Il riscaldamento è stato molto lento e questo tepore prolungato ha determinato l'abnorme crescita dei batteri killer del genere Clostridium che poi hanno ucciso Andrea Trapella e Sergio Tussini. Se al contrario il pentolone con le seppie fosse stato direttamente posto sul fuoco, il riscaldamento sarebbe stato molto più veloce e il batterio non avrebbe avuto il tempo di riprodursi. Questo errore è stato fatale. Va aggiunto che la cooperativa «Franco Basaglia» aveva organizzato per i suoi dipendenti addetti alle cucine uno specifico corso nel settembre 2007. In quella sede erano state spiegate e rispiegate tutte le insidie insite nella preparazione dei cibi per le grandi comunità. Erano stati illustrati i metodi e le procedure da adottare, e quelle che invece andavano tassativamente scartate.
«L'incidente è stato bruttissimo e le morti dei due anziani ci hanno profondamente scosso. Da più di trent'anni lavoriamo in campo sociale e abbiamo spiegato sempre ai nostri soci e dipendenti che lavorano nelle comunità come vanno trattati gli alimenti. Siamo tutti rammaricati e costernati...» ha affermato ieri Roberto Colapietro. La cooperativa, a causa di quanto è accaduto a Casa Bartoli, ha perso l'appalto ed è stata sostituita, per decisione del Comune dalla seconda classificata nella gara, la Cir-food. Questa società ha anche assunto una parte dei dipendenti della cooperativa «Franco Basaglia», evitando loro l'incubo della disoccupazione. Il Clostridium, il batterio killer dei due anziani, vive nel suolo, nell'acqua, negli scarichi fognari e fa parte della normale flora batterica del tratto gastrointestinale dell'uomo. È stato spesso al centro delle tossinfenzioni alimentari sviluppatesi nelle comunità, negli alberghi, nelle caserme.
(10 dicembre 2008) source
....Cuocere e riscaldare gli alimenti......... Molti cibi crudi come la carne, le uova, il latte non pastorizzato, sono spesso contaminati da microorganismi che causano malattie. Una cottura accurata li distruggerà completamente: è fondamentale rispettare il binomio temperatura/tempo che varia secondo l'alimento. Nel riscaldamento dei cibi è invece buona norma raggiungere i 72°C per almeno due minuti. source

nuove ricette....

.....................E le seppie, che a vederle ora, nella nebbiolina della cella, marroni e già decongelate, non stimolano il palato. Una tonnellata di pesce scaduto, di grande varietà (nome dell'operazione "Pesce fritto"). Scaduto tra il 2005 e il 2008..........[...]....Tutto quanto doveva finire nei ristoranti, nelle mense, nei supermercati.

capitone sicuro

pesce pulito......

A Trieste - ha reso noto nella serata di ieri la Capitaneria di porto - sono stati sequestrati 379 chili di prodotto ittico. L’operazione, nel capoluogo giuliano ha impegnato 19 uomini. I controlli svolti sono stati 92 e 9 i reati ed illeciti scoperti. Ammontano infine a 19.337 euro le sanzioni amministrative comminate.

L’irregolarità più eclatante è venuta alla luce a Lignano Sabbiadoro. I controlli hanno accertato che un grossista, fornitore di buona parte dei ristoranti della zona, vendeva prodotti ittici scaduti o in cattivo stato di conservazione. Nelle sue celle frigo sono stati recuperati 297 chili di pesce potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. L’uomo è stato denunciato anche per l’ipotesi di reato di commercio di sostanze nocive (redazione-fvg24.it).

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