Intossicazione anziani Trieste: salgono a due le vittime |
Morto in ospedale uno dei sette anziani ricoverati ieri |
(ANSA) - TRIESTE 13 APR - Salgono a due le vittime della sospetta intossicazione alimentare che ha colpito una quarantina di anziani in una casa di riposo a Trieste. Nell'ospedale di Cattinata e' deceduto oggi uno dei 7 anziani ricoverati ieri. Nello stesso ospedale restano gravi le condizioni di una donna di 103 anni, mentre non destano particolari preoccupazioni le condizioni degli altri 4 anziani ricoverati in osservazione. Per accertare le cause dell'intossicazione l'Azienda Sanitaria ha avviato accertamenti. |
Casa Bartoli, il pm: omicidio colposo e epidemia
Si prepara a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della Cooperativa Basaglia e di due cuochi
di Claudio Ernè
Una pentola di seppie riscaldate lentamente a «bagnomaria». È questa l'origine dell'intossicazione alimentare che nello scorso aprile ha ucciso due anziani ospiti di «Casa Bartoli», ne ha spediti altri sette all'ospedale in gravi condizioni e ne ha costretti più di sessanta a letto per giorni e giorni con una devastante diarrea. Il pm Lucia Baldovin ha concluso le indagini che coinvolgono tra gli altri Roberto Colapietro, presidente della Cooperativa «Franco Basaglia» che gestiva il centro cottura di Casa Bartoli. Colapietro è indagato per omicidio colposo e per epidemia, cioè aver consentito la somministrazione di alimenti che hanno provocato l'avvelenamento degli anziani. Per anni e anni quest'ultimo reato non è mai stato contestato nelle aule del Tribunale di Trieste.
Assieme al presidente della cooperativa che aveva vinto l'appalto, sono coinvolte nell'inchiesta altre tre persone - cuochi e inservienti di cucina - che hanno partecipato direttamente alla preparazione del piatto di seppie che, secondo l'accusa, ha provocato il disastro. Se gli indagati lo riterranno opportuno si presenteranno dal magistrato inquirente. Poi il pm Lucia Baldovin deciderà sul rinvio a giudizio. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas, le seppie sono state riscaldate a bagnomaria e il grande tegame che le conteneva è stato immerso in una pentola più grande ancora, piena d'acqua. Il riscaldamento è stato molto lento e questo tepore prolungato ha determinato l'abnorme crescita dei batteri killer del genere Clostridium che poi hanno ucciso Andrea Trapella e Sergio Tussini.
Se al contrario il pentolone con le seppie fosse stato direttamente posto sul fuoco, il riscaldamento sarebbe stato molto più veloce e il batterio non avrebbe avuto il tempo di riprodursi. Questo errore è stato fatale. Va aggiunto che la cooperativa «Franco Basaglia» aveva organizzato per i suoi dipendenti addetti alle cucine uno specifico corso nel settembre 2007. In quella sede erano state spiegate e rispiegate tutte le insidie insite nella preparazione dei cibi per le grandi comunità. Erano stati illustrati i metodi e le procedure da adottare, e quelle che invece andavano tassativamente scartate. (10 dicembre 2008)
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....Cuocere e riscaldare gli alimenti.........
Molti cibi crudi come la carne, le uova, il latte non pastorizzato, sono spesso contaminati da microorganismi che causano malattie. Una cottura accurata li distruggerà completamente: è fondamentale rispettare il binomio temperatura/tempo che varia secondo l'alimento. Nel riscaldamento dei cibi è invece buona norma raggiungere i 72°C per almeno due minuti.
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.....................E le seppie, che a vederle ora, nella nebbiolina della cella, marroni e già decongelate, non stimolano il palato. Una tonnellata di pesce scaduto, di grande varietà (nome dell'operazione "Pesce fritto"). Scaduto tra il 2005 e il 2008..........
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