sabato 22 novembre 2008

Trieste - posta via razzo 1934

Cartolina viaggiata primo volo Trieste razzo espresso, Zucker. Viaggiata 31-10-1934 con francobolli supplementari 15c + 10 Medaglie. source Primo volo Trieste razzo espresso, Zucker. Viaggiata 31-10-1934 con francobollo supplementare 25c Medaglie. source

POSTA VIA RAZZO:

Già il 31 ottobre del 1934, furono fatti a Trieste degli esperimenti per la spedizione della posta via razzo. Se ricordo bene gli esperimenti erano condotti dal prof. Zucker, un tedesco che aveva già fatto prove nel Regno Unito (credo che abbia iniziato proprio lì!). Furono prodotte due etichette: ecco quella da lire 7,70, l' altro valore era rosso e verde da 5,00 lire. Che io sappia ancora nel 1962 si fecero esperimenti in Italia (a Varazze).

L'esperimento si svolse nell'ottobre 34. io ho tre buste, di cui due annullate il giorno 31 (annullo Trieste-Capo di Piazza) e una il giorno 30 (annullo Trieste - arrivi e partenze). Andando a memoria, il razzo venne lanciato da Zaule (che sovrasta Muggia) ed atterro' a Trieste. Un viaggio di pochi chilometri. Poi la posta venne inoltrata con mezzi convenzionali. Ho visto MOLTISSIME buste recanti come indirizzo un timbro "Herrn Lehrer Erich Beck/Thalendorf/Post Rollenbach, Thur.Land/ Germany". O meglio, due delle buste che ho io sono indirizzate cosi' e affrancate con le due etichette (la 5 lire e la 7.70), piu' un'affrancatura integrativa di 25 centesimi (di solito assolta con valori della serie "Medaglie"); molte altre che ho visto recavano un timbro del tutto simile indirizzato a Thalendorf, non so se sono tutte indirizzate al maestro Beck. Ritengo quindi che l'intera operazione abbia costituito una ampia operazione commerciale architettata da filatelici tedeschi. La terza busta che ho reca solo una etichetta (7.70), con affrancatura integrativa di 10 cent, con indirizzo scritto a mano e spedita ad un indirizzo di Trieste, e mi pare molto piu' ruspante e genuina. Sarei curioso di sapere se le due etichette hanno assolto una tariffa diversa, una locale e una internazionale. Queste buste non hanno un enorme valore, alcuni anni fa le avevo viste all'asta per 200,000 lire. Le etichette sciolte dovrebbero avere un valore di 15/30 euro l'una, dipende dalle condizioni.

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giovedì 13 novembre 2008

Trieste - Rio Primario, Rio Corgnoleto e Rio del Cimitero

La zona del Montebello e S. Maria Maddalena Superiore. Sull'altura di Montebello, in particolare nel versante che guarda verso Santa Maria Maddalena Superiore, in direzione del cimitero si S.Anna,risulta possibile osservare ancora oggi alcuni fenomeni di ruscellamento superficiale , o per lo meno quanto ne rimane ancora visibile .Si tratta di modesti corsi d'acqua che attraversano la zona di Campanelle-Raute direzionandosi verso il cimitero cittadino. I corsi d'acqua sono tre: i rii Primario e Corgnoleto ed il torrente denominato rio del cimitero cattolico.Dai pochi dati storici che ne menzionano l'esistenza, si ha notizia che in passato, all'altezza di via Valmaura,i tre rii confluivano in un unico corso d'acqua conosciuto come torrente Srane. Il torrente Srane attraversava l'attuale via Valmaura per sfociare a mare in prossimità della ferriera di Servola. Con l'espansione della città, lo Srane venne successivamente coperto, mentre a tutt'oggi l'alto corso dei suoi "tributari"rimane parzialmente visibile sulla zona collinare che si eleva dal cimitero in direzione di Raute-Altura. A causa dell'elevata presenza di abitazioni e campagne private,i corsi dei rii Primario e Corgnoleto non risultano di facile accesso, tuttavia nei tratti più a monte sulle colline risulta ancora possibile un minimo accesso alle acque. I terreni interessati dallo scorrimento dei rii sono di natura flyschioide,per lo più si tratta di piccoli avvallamenti simili alle adiacenti vallette di scorrimento dei rii Spinoleto e Storto (torrente Zaule) Le acque dei rii Primario e Corgnoleto purtroppo risultano palesemente inquinate da scarichi fognari e conseguentemente le nostre osservazioni potranno limitarsi esclusivamente a quanto concerne l'aspetto storico ed idrogeologico, ritenendo poco probabile la presenza di vita animale in acque a tal punto compromesse. Immagine sopra:il rio Primario da via Costalunga Immagine sopra:acque del rio Primario Immagine sopra:la presenza dell'Arundo donax testimonia lo scorrimento di acque superficiali,qui il corso di un rio intubato presso il cimitero Immagine sopra:nel foro del muro si nasconde un piccolo rio, siamo in via Costalunga alta Immagine sopra: il punto dove si intuba il rio Corgnoleto Immagine sopra: l'abbondanza di acque della zona è testimoniata dalla presenza di vecchi pozzi Immagine sopra: la zona dove scorre il torrente del cimitero Immagine sopra:il rio Primario all'altezza del cimitero cattolico Immagine sopra: acque del rio Primario Immagine sopra: piccolo sbalzo delle acque del rio Primario Immagine sopra: un tratto in galleria del Primario Immagine sopra: uno sbarramento sul rio Primario, si noti la preoccupante condizione di inquinamento delle acque Immagine sopra: la galleria dove inizia il percorso ipogeo del Primario che poi si riversa nel torrente sotterraneo Srane Immagine sopra: effetti dell'infiltrazione delle acque nei pressi del cimitero cittadino. Immagine sopra: rio Corgnoleto visto da Raute
Dal Montebello a Santa Maria Maddalena Inferiore Proseguiamo con il nostro itinerario alla scoperta delle zone rurali che furono, nello specifico cercando di ripercorrere gli aspetti idrogeologici delle zone marnoso-arenacee di cui oggi rimangono testimonianze purtroppo soltanto frammentarie... Proseguendo lungo la linea collinare del Montebello sul versante che guarda a mare, dopo i torrenti Primario, Corgnoleto e "T12" , o quanto ne rimane di visibile,spostandoci lievemente in salita in direzione di Altura, incontreremo il rio Spinoleto. Il torrente sgorga sotto le alture di Cattinara approssimativamente a quota 179 metri slm e scende lungo una vallata relativamente intatta in direzione del rione di Poggi S.Anna Il tratto superiore risulta abbastanza selvaggio, in prossimità del passaggio della ex linea ferroviaria Campo Marzio-Erpelle, nei pressi del ponte che attraversa la valletta dello Spinoleto, sarà possibile scendere in basso sino al livello dello scorrimento delle acque.Scendendo ulteriormente purtroppo l'area risulta maggiormente edificata: all'altezza di Poggi S.Anna è ancora possibile seguire il corso del torrente ma gli accessi risultano quasi inesistenti. Da uno studio delle carte topografiche della città, si desume che il rio da Poggi S.anna si direzioni verso il canale di Zaule,unendosi al rio Marcese,nei pressi del monte Castiglione.Considerato l'elevato grado di edificazione a bassa quota possiamo supporre che il rio termini il proprio corso intubato nei pressi del canale navigabile. Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, l'alto corso del torrente presenta delle caratteristiche comuni con il torrente Zaule e il rio Marcese poco distanti, storicamente questi corsi d'acqua ebbero una certa importanza nel contesto dell'economia rurale fornendo probabilmente l'apporto idrico necessario alle coltivazioni di proprietà degli abitanti della zona. L'apporto idrico relativamente modesto non ne fece oggetto di sfruttamento ai fini dell'approvvigionamento cittadino: per quanto i corsi d'acqua sino ad ora osservati tendano a mantenere un flusso costante con lieve riduzione nei periodi di siccità,per il carattere modesto di portata idrica non vennero considerati rilevanti. Alcuni scatti della zona del rio Spinoleto Immagine sopra: il ponte sul rio Spinoleto in mezzo a due tratti della grande viabilità Immagine sopra: una parete marnoso-arenacea coperta di vegetazione arborea e arbustiva lungo il basso corso del torrente Immagine sopra:aspetti del tempo passato, mura di limite di proprietà nelle campagne di Poggi S.Anna Immagine sopra: un'altra immagine della vallata del rio Spinoleto Immagine sopra e a seguire: il rio Spinoleto visto dal ponte ferroviario della linea Campo Marzio-Erpelle Immagine
I Torrenti Perduti di Trieste
Il Rivo di Pondares Di questo torrentello ci giungono notizie scarsissime e frammentarie: probabilmente scorreva ai piedi del Colle di Montuzza, dalla zona dell'attuale via Pondares parallelamente al Settefontane per un tratto. Si desume che il rivo attraversasse la zona dell'attuale Corso Italia sino al limite del luogo chiamato Riborgo, per poi sfociare a mare presso le saline ubicate all'epoca dove ora sorge Piazza della Borsa. Dobbiamo tenere presente che il territorio lungo il corso del rivo era molto diverso da quello che è il suo aspetto attuale: prevalentemente dominavano le campagne e gli incolti e pare che il tratto in prossimità del mare fosse costituito da una vasta area palustre alquanto malsana. Da quanto si può osservare consultando qualche vecchia mappa della città, pare che il rivo di Pondares lambisse le antiche mura medivali che limitavano la Trieste di allora ai piedi del Colle di San Giusto. Tutto questo si poteva osservare sino a circa metà del '700....succesivamente il torrente venne coperto, proprio per volontà dell'Impero Austroungarico che iniziò l'edificazione della "città nuova" su ampia scala. Non sappiamo con precisione se il rivo di Pondares continui a scorrere sotto la supericie: in più di 200 anni molti lavori di edificazione urbana si sono sovrapposti...potrebbe darsi che la sorgente si sia man mano esaurita, oppure che l'apporto idrico risulti in qualche misura presente anche i giorni nostri, forse lungo percorsi mai indiviuati con precisione, comunque non ho nessuna notizia in merito a ricerche effettuate sull'argomento. Per quanto riguarda la denominazione "Pondares" potrebbe esser una derivazione dal francese "Pont d'Ares" o "Ponte degli Eredi"....è noto che lungo il corso di diversi rivi cittadini sorgevano dei ponti. Un 'ultima notizia: Maurizio Radacich nella sua opera "De Censu molendinorum-i mulini ad acqua della provincia di Trieste" dà notizia di un mulino che doveva sorgere lungo il rivo di Pondares verso la fine del '400.... Immagine sopra: una mappa di Trieste in cui si può osservare l'ubicazione del rivo di Pondares ( foto tratta da Atrieste forum) approfondimenti: M. Radacich: De Censu Molendinorum P. Guglia-A.Halupca-E. Halupca: Sotterranei della città di Trieste
Dopo aver parlato del rivo di Pondares, una breve segnalazione su un altro corso d'acqua scomparso in seguito all'espansione urbana: il rivo San Michele. Di questo torrente si conosce ancor meno del Pondares: sostanzialmente scorreva tra il Colle di San Vito e il Colle di San Giusto lungo le vecchie mura della città medievale, in sostanza dalla parte opposta del Pondares.probabilmente sino a giungere all'area dll'attuale Piazza Hortis e Porta Cavana. Probabilmente il torrente terminava a mare all'altezza dell'attuale ex pescheria centrale, area in antichità occupata da uno squero e da ulteriori saline. Anche il rivo San Michele subì analoga sorte del Pondares: una volta abbattuti i confini rappresentati dalle vecchie mura medievali e postasi in essere l'espansione della "città nuova" il torrente scomparve definitivamente.... Nessuna notizia sulle condizioni attuali del rivo. in sintesi non sappiamo se attualmente scorra intubato o meno. Immagine sopra: mappa della città medievale: lungo le mura a est doveva scorrere il rivo San Michele. Nella mappa si possono notare anche i torrenti delle Settefontane, il rio San Pelagio ( Starebrech), il rio Cologna e il torrente Martesino proveniente da Roiano la foto della mappa è tratta da Atrieste forum
Torrenti Cedas Questi due ruscelli erano alimentati da alcune sorgenti situate nella fascia collinare sovrastante Barcola che in passato vennero sfruttate come fonti per l'approvvigionamento idrico per le navi che attraccavano al porticciolo di Cedas. Da alcuni test effettuati nel primo '900, sembra che le sorgenti Cedas rappresentassero una fuoriuscita idrica del fiume sotterraneo Timavo. Attualmente i torrenti Cedas vengono incanalati in un collettore fognario. Torrente coperto Valse o rio Baiamonti Il Valse nasce tra le alture di Chiarbola e Montebello, poco distante dal rio Primario. Questo modesto rigagnolo scorreva tra le vie Baiamonti e Capodistria parallelamente al Colle di Servola, per poi sfociare a mare nei pressi dell'attuale Scalo Legnami. E' noto che i passato anche lungo il corso del Valse sorse un complesso molitorio di cui oggi non rimane alcuna traccia. Torrente di San Giacomo Dal colle di San Giacomo, in direzione dll'attuale via Molino a Vento e Largo Barriera Vecchia, scendeva un rigagnolo di modesta portata che confluiva nel sottostante torrente delle Settefontane. Torrente coperto Chiave o "Torrente Grande" Il Chiave nasce dall'unione del Klutsch o Settefontane e dello Starebrech o Farneto o torrente dello Scoglio: i due grandi rivi triestini si uniscono in galleria tra le vie Battisti e Carducci all'altezza di Volti di Chiozza. Un tempo in superficie, il Chiave proseguiva il proprio corso sino a piazza Oberdan e quindi via Ghega, per poi sfociare a mare nei pressi del Porto teresiano. All'altezza dell'attuale via Milano venne scavato un canale per deviare le acque al fine di alimentare le pale di un mulino di cui ancora oggi rimangono le tracce. Tratto coperto del Klutsch o Settefontane Il torrente delle Settefontane scorre ancora in superficie nella valle tra Cattinara-Montebello e Rozzol-Melara. All'altezza della fine di via Cumano si riversa in un collettore sotterraneo. Un tempo in superficie, il Settefontane si direzionava verso Viale Ippodromo e piazza Foraggi e quindi deviava lungo la via delle Tesa per poi scendere succesivamente verso l'attuale viale D'Annunzio e quindi Largo Barriera Vecchia e via Raffineria, infine, come osservato, si univa allo Starebrech per dare corpo al Chiave. Per la cronaca, l'area che va da via Carducci verso Barriera un tempo era chiamata "Contrada del Torrente". Immagine sopra: vecchia foto delle foci del Chiave nei pressi del Porto Vecchio (foto tratta da Atrieste forum
Torrente coperto "Srane" Il torrente Srane nasceva dalla confluenza di tre rivi provenienti da Santa Maria Maddalena, ovvero il rio Primario, il rio Corgnoleto e il torrente del Cimitero Cattolico. Come spesso accaduto anche per altri rivi, sui nomi di questi torrenti si è fatta spesso confusione, principalmente perchè nelle varie fasi storiche della nostra città, spesso lo stesso corso d'acqua fu indicato con nomi differenti. Il rio Primario venne anche denominato torrente Giorgis e "rio dei Turchi" (proprio in virtù del suo scorrere sotto al Cimitero Ottomano) Il rio Corgnoleto sembra venisse a sua volta indicato come "rio della Madonna" in quanto scorreva in sotterranea sotto al Cimitero Monumentale di S. Anna. "Srani potok" è un nome di palese derivazione slava e in un certo senso sta a significare che già in passato le acque del rio non esalavano aromi particolarmente gradevoli...... La portata idrica dello Srane/ Primario, dato l'apporto degli altri rivi confluenti, doveva risultare abbastanza consistente: come descritto nel "De Censu Molendinorum" di Maurizio Radacich, lungo il basso corso del torrente sorsero tre complessi molitori di cui, come da prassi, non rimangono tracce. Il torrente coperto Srane sfocia a mare tra il Colle di Servola e Monte San Pantaleone, più o meno all'altezza dell'oleodotto della Siot. Alcuni anni or sono il torrente tombato ritornò per un breve tratto alla luce durante degli scavi effettuati in via Valmaura In anni più recenti la Società Adriatica di Speleologia Urbana ne esplorò un tratto in prossimità del Cimitero effettuando una nuova opera di mappatura del percorso sotterraneo del rivo. La galleria del rio Primario si può osservare nei pressi delle mura del Cimitero Ottomano, svoltata via della Pace all'angolo con la via Costalunga scendendo nei pressi di un fondo per la lavorazione dei marmi e dell lapidi. I cancelli del tunnel dove si riversa il torrente risultano aperti, ma personalmente vi sconsiglio di accedervi ( se vi recate in loco e osservate le acque capirete il perchè....) qualche foto della zona Immagine sopra e a seguire i luoghi dove doveva scorrere il torrente Valse Immagine sopra: via del Roncheto: il rio Valse o Baiamonti veniva definito anche rio Roncheto Immagine secondo le testimonianze storiche il Valse dovrebbe scorrere qui sotto, nell'avvallamento posto tra via Baiamonti e via Capodistria Immagine sopra: l'arcata del tunnel del rio Primario Immagine
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domenica 2 novembre 2008

Piccard : l'homme le plus profond du monde s'est envolé

piccard.jpg Jacques Piccard, le célèbre inventeur et explorateur suisse, est mort aujourd'hui à l'âge de 86 ans. Il était le fils du non moins célèbre physicien Auguste Piccard, inventeur du ballon stratosphérique et du sous-marin de grande profondeur Bathyscaphe.

Il a connu la renommée le 23 janvier 1960 quand, en compagnie du lieutenant de vaisseau américain Don Walsh, il était descendu à 10 912 mètres de profondeur dans la fosse des Mariannes à bord du sous-marin de type Bathyscaphe : le Trieste. C'est après une descente qui a duré 4 h 37 minutes que le Trieste s'est posé sur le fond d'une faille baptisée Challenger Deep dans la fosse des Mariannes. Alors que les sous-mariniers effectuaient diverses mesures de radioactivité et de température, dans l'obscurité et le froid des abysses, ils ont vu passer devant le hublot de leur sous-marin des poissons inconnus et des crustacés. Une forme de vie développée existait donc à ces profondeurs, ce qui allait entraîner l'interdiction de l'entreposage de déchets nucléaires dans les forces marines. bathyscaphe.jpg Comme la fosse Challenger est considérée comme la plus profonde du monde, le record de Jacques Piccard et de Don Walsh ne sera jamais dépassé, et ces deux hommes resteront les plus profonds du monde. Sa vie durant, Jacques Piccard continuera à lutter pour la science et la Terre, il continuera à plonger jusqu'à l'âge de 82 ans, notamment dans le Gulf Stream pour étudier la dérive des eaux. Son fils, Bertrand Piccard, a repris le flambeau, mais dans l'autre sens puisqu'il est aérostier et qu'il a effectué le premier tour du monde en ballon sans escale à bord du ballon stratosphérique Breitling Orbiter 3. Une pensée émue pour l'un des deux hommes les plus profonds du monde qui s'est, comme on dit, envolé vers un monde meilleur. source interview with jacques piccard 24heures.ch