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- Zenone e Giustina sono ricordati con una memoria collettiva il 7 giugno, insieme agli altri protomartiri tergestini. La loro passio, che risale alla fine del Medioevo, dice che essi subirono il martirio il 13 luglio 286, durante l’impero di Diocleziano e Massimiano. Giustina, giovane fanciulla nata da genitori cristiani, fu fatta arrestare perché il preside di Trieste, un certo Sapricio o Fabricio, aveva saputo che rifiutava ostinatamente il matrimonio perché aveva fatto voto di verginità. Dopo aver tentato inutilmente di convincerla a sacrificare agli dèi, promettendole di darla in sposa ad un uomo ricco, la condannò alla tortura dell’eculeo e alla decapitazione. Mentre Giustina attendeva in carcere il momento del supplizio, un ufficiale di nome Zenone per dileggio le chiese di mandargli della frutta dal paradiso, quando vi fosse giunta. Accompagnata dalle guardie sul luogo dell’esecuzione Giustina pregò un ragazzino di portare a Zenone il suo fazzoletto con la frutta e di dirgli che gli mandava ciò che le aveva chiesto. Zenone accettò il dono ridendo, anzi con il fazzoletto si asciugò il sudore: fu allora che lo Spirito Santo scese su di lui e, convertito, confessò al preside di essere diventato cristiano. Così poco dopo Giustina anche lui fu decapitato. Le loro presunte reliquie sono conservate nella cattedrale di San Giusto.
i sepolcri padovani di santa giustina
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