domenica 6 luglio 2014

L'Osservatore Triestino, giovedì 2 luglio 1914, funerali arciduca (trascrizione)


La morte di S.A.I. E R. l'arciduca Francesco Ferdinando e della consorte S.A. La duchessa di Hohenberg.
I funerali a Trieste.
Le salme in viaggio.
Al passaggio della squadre con la « Viribus unitis » recante le salme dell'Arciduca e della consorte all'esterno del porto di Spalato sonavano tutte le campane ed alla riva erano schierate le Autorità, il clero, la Giunta municipale e una folla di migliaia per rendere onore alle salme. Nell'ombra crepuscolare – erano le 8.15 – il funebre corteo produsse una impressione commovente.
Molti altri luoghi della Dalmazia siti lungo la costa fecero manifestazioni di lutto al passaggio della Squadra. A Zara sonarono le campane di tutte le chiese.
L'arrivo delle salme.
Iersera pochi minuti prima delle 7 arrivò in rada la nave da battaglia di S.M. “Viribus unitis”, recante a bordo le lagrimate salme dell'arciduca Francesco Ferdinando e della Duchessa consorte e con lo stendardo arciducale a mezz'asta sull'albero maestro. A brevi intervalli apparvero poi le altre navi della squadra di scorta, avanzanti con lentezza solenne, tutte con le loro bandiere e insegne di comando, di rango e di servizio a mezz'asta e quelle di prua e poppa anche abbrunate.
Era un tramonto meraviglioso che affaticava il mare tranquillo in mille vicende di colori. All'arrivo della squadra in lutto il sole rise di tra leggere nuvolette fiammanti quasi a salutare la potente giovinezza della nostra Marina da guerra, ma poi riprese il velo dei rosseggianti vapori e la tristezza del tramonto si aggiunse a quella che gravava sul mare, sulla città, sulla folla accalcata alla riva per assistere all'arrivo delle salme.
La “Viribus unitis” gettò le ancore presso la diga del vecchio punto franco e a poca distanza si ancorarono le navi del seguito.
Pochi minuti dopo dalla riva dirimpetto al giardino di Piazza Grande si staccò snella una barca a motore, sulla quale ritto in piedi, con il direttore di Polizia consigliere aulico Dr. Alfredo nobile de Manossi-Montesole, Sua Serenità il signor luogotenente principe Hohenlohe si recava a bordo della nave “Lacroma” a far visita al comandante della Marina ammiraglio Antonio Haus, portando seco due gigantesche corone.
Di là si recava a bordo della “Viribus Unitis” dove pregò davanti ai feretri.
Oggi nelle prime ore del giorno il cielo era coperto, ma poi le nubi si sono andate squarciando e una intonazione di azzurro e cenere ha dato l'impronta al cielo nel momento delle solennità funebri. Per le vie della città immersa in gramaglie s'è riversata una folla commossa e ansiosa di poter trovare, dovunque fosse, un posto per assistere allo sbarco delle salme o al passaggio del corteo.
Alle 6 si vien formando sulle piazze e vie del percorso fissato le spalliere di soldati di marina, di guardie di sicurezza e di finanza, di gendarmi, di civici vigili e guardie municipali. Continua intanto sempre più intenso il movimento di cittadini accorrenti , di vetture, di deputazioni. Verso le 7 passa, preceduta da una splendida corona, una numerosa schiera di addetti alla Società Triestina Tramway ed al Tramway comunale. Dietro le spalliere si assiepa su tre, su quattro e più file la moltitudine silenziosa e commossa.
Contemporaneamente vanno riunendosi alla riva dirimpetto al Giardino di Piazza Grande le Autorità militari e civili, le corporazioni autonome, gl'impiegati, le deputazioni, la scolaresca delle scuole medie e per chi guarda dal mare si dispongono sulla riva nel modo seguente:
Nel mezzo davanti al “castrum doloris” il seguito e la Corte degli Estinti:
a destra i generali e gli ammiragli;
a sinistra gl'impiegati dello Stato dalla V classe in su;
di fianco a destra il corpo degli ufficiali e le corporazioni;
di fianco a sinistra gli altri impiegati ed altre corporazioni;
a destra sulla linea del lato posteriore del catafalco è schierata una compagnia d'onore;
a sinistra del catafalco prendono posto il podestà avvocato Dr. Alfonso Valerio e il presidente della Camera di commercio e industria cavaliere Giovanni Scaramangà d'Altomont e dietro di loro si riuniscono il Consiglio comunale, rispettivamente la camera di commercio e industria.
Dietro il catafal(c)o nel mezzo è raccolto il clero cattolico.
A destra ed a sinistra prende posto il clero delle altre confessioni. Più indietro a destra del mare stanno i due carri funebri di gala a tiro sei; i cavalli del carro per la salma della Duchessa di Hohenberg sono bardati in argento e così i palafrenieri; quelli del carro per la salma dell'Arciduca sono riccamente bardati in oro; il carro dell'Arciduca è veramente lussuoso nella disposizione e ricchezza dei fregi ed ornati in oro e argento. A sinistra sul margine interno della riva sono schierati sette carri con le corone offerte in omaggio e tributo di compianto alla memoria degli Estinti.
Lungo il lato del Giardino davanti alla scolaresca delle scuole medie sono schierate le truppe di terra e di mare che chiuderanno il corteo, lungo il lato a mare del palazzo della Luogotenenza si allineano le due compagnie che saranno alla testa del corteo.
Più in là a destra un cordone di 50 gendarmi sbarra la riva e la strada; a sinistra, verso il Molo S. Carlo, la riva è sbarrata da 40 guardie di sicurezza.
Gl'imbocchi a mare della via fra il palazzo del Lloyd e il Giardino e fra questo e il palazzo della Luogotenenza sono guardati da drappelli di guardie di sicurezza a cavallo.
Davanti alla Luogotenenza è schierata in due gruppi di qua e di là dell'atrio la gioventù delle scuole e i salesiani.
Dalle 7 in poi giungono, portate a mano od in vetture, numerose corone. Oltre a quella grandiosa degli addetti al Tramway portata a mano, destano viva commozione due magnifiche ghirlande offerte dalle rivendogliole di Piazza del Ponterosso.
La Piazza Grande è gremita di popolo fin dalle 6 e vi fanno servizio d'ordine e d'onore civici vigili, guardie municipali, guardie di finanza e guardie di sicurezza. I fanali abbrunati vengono accesi e le scialbe luci contrastanti con le masse nere di veli e drappi rendono più solenne l'espressione del dolore cittadino.
Alle 7-45 tuonano le salve e le campane di tutte le chiese suonano a morto: è l'inizio dello sbarco delle salme dalla nave “Viribus unitis”. Le bare vengono calate in un'apposita peota, espressamente allestita, parata a lutto e sulla quale sorgono due catafalchi.
Il feretro della Duchessa è coperto di bandiera ed è scortato da 10 sottufficiali di marina, quello dell'Arciduca è coperto dalla bandier della Marina da guerra e scortato da 12 sottufficiali della Marina e da 12 dell'esercito.
Alle 7.55 ecco tonar nuove salve: la peota approda al suono delle campane; i feretri vengono portati in terra e collocati sul catafalco. Monsignor vescovo Dr. Andrea Karlin, assistito dal vescovo monsignor Dr. Pederzolli, dal preposito mitrato cavaliere Dr. Petronio, dal Capitolo e dal clero secolare e regolare, intona le preci dei defunti e benedice le salme.
Le bare vengono tolte dai catafalchi e collocate nei due carri di gala. Alle 8 il corteo si mette in moto passando dal palazzo della Luogotenenza. Eccone l'ordine: un drappello di guardie di sicurezza a cavallo, il brigadier maggior generale nobile de Hinke a cavallo, seguito dai suoi sottufficiali pure a cavallo; una compagnia del reggimento 97 fanteria e una del reggimento fanteria bosno-erzegovese N4, sette carri con le corone, dei quali i due primi, recanti pure corone di Trieste, sono scortati da due sottufficiali e soldati di marina e da guardie municipali in alta tenuta; un milite del reggimento 32 portante la croce abbrunata; tutto il clero cattolico della città preceduto da accoliti con aspersorio e turibolo, il preposito capitolare mitrato Dr. Petronio, il Vescovo in grandi paramenti di lutto; il carro funebre di gala nero-argento a cristalli, con la bara della Duchessa avvolta in una bandiera e scortata da 10 sottufficiali di Marina; il superbo carro nero-oro-argento recante il feretro dell'Arciduca, avvolto nella bandiera della Marina da guerra, con la scorta di 12 sottufficiali della Marina e 12 dell'esercito; il seguito dell'Arciduca e della Duchessa preceduto dal colonnello Dr. Bardolff, e il personale della Casa degli Estinti; Sua Serenità il signor luogotenente principe Hohenlohe, avente a destra il Podestà e a sinistra il Comandante della Marina, tutti gli ufficiali con il comandante del III corpo d'esercito Colerus de Geldern, il corpo consolare, gl'impiegati, le rappresentanze, le deputazioni di società, corporazioni, istituti del ceto commerciale, marittimo e industriale; una compagnia del reggimento 32 fanteria con bandiera, un distaccamento della Marina da guerra, i Veterani militari con bandiera, infine un drappello di guardie di sicurezza a cavallo.
Il corteo procede a passo lento, al rullo intermittente di tamburi abbrunati e al canto del “Miserere” sostenuto dal clero.
Sempre fra due fittissime ale di popolo a capo scoperto il corteo giunse alle 9-15 in Piazza della Stazione.
Le truppe vi formarono quadrato e per l'ingresso principale i due feretri furono portati da sottufficiali della Marina da guerra nell'atrio sontuosamente addobbato a gramaglia e nel quale ardevano fiaccole.
Di là proseguirono fin sotto la tettoia, seguiti dall Autorità e dalle rappresentanze. Quivi monsignor vescovo Dr. Karlin impartì di nuovo l'assoluzione alle salme.
I due feretri furono poi collocati in un carrozzone tramutato in camera ardente. I carri con le ghirlande proseguirono per la Via Flavio Gioia, dove le corone furono scaricate e collocate nel carrozzone funebre.
Il treno speciale è partito alle ore 10 in punto per Vienna.
La solennità si svolse da capo a fine senza il minimo incidente.
Il servizio di sicurezza era diretto personalmente dal direttore di Polizia consigliere aulico Dr. Alfredo nobile de Manossi-Montesole, coadiuvato dal commissario barone de Winkler, dal concepista Dr. Zwiezina e dal comandante del Corpo delle guardie di sicurezza, ispettore superiore Giuseppe Horaczek.
Le corone ammontavano a circa 200, 41 offerte a Trieste e circa 150 sbarcate dalla “Viribus unitis”. Le deputazioni oltrepassavano la sessantina e rappresentavano tutti i ceti della popolazione.
Le finestre e i poggioli erano gremiti di spettatori a capo scoperto e anche sui tetti del Tergesteo e di parecchi altri edifizi si videro cittadini assistere al passaggio del corteo del quale furono assunte molte fotografie.
In occasione dei funerali la Camera di commercio ha addobbato a gramaglie il piano nobile dell'edifico di Borsa, ha deposto ghirlande sui feretri ed ha tenuto chiusi gli uffici durante la solennità funebre.
Nelle aziende commerciali e industriali è rimasto sospeso il lavoro: i negozianti al dettaglio hanno tenuto chiusi gli esercizi fino alla una e mezzo.
Sospeso è stato pure nella mattina il servizio del Tramway.
La Direzione dell'Orfanotrofio S. Giuseppe ha inviato alla Cancelleria del Gabinetto il seguente dispaccio:
“Cancelleria del Gabinetto di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica. La direzione dell'Orfanotrofio S. Giuseppe rassegna al soglio del trono l'espressione del suo profondo orrore per l'esecrando attentato di cui rimasero vittime il serenissimo Arciduca ereditario e la Duchessa Sua consorte, che saranno ricordati con vivo affetto nelle preghiere delle nostre cento orfanelle, e protesta la sua incrollabile devozione a Sua Maestà, l'amatissimo sovrano così duramente provato, ed alla Serenissima Casa Imperiale”.
La Consulta della Comunità Greco-Orientale, radunata ieri al meriggio a seduta straordinaria, espresse, a proposta del Presidente Dr. Alessandro G. Afenduli, a voti unanimi, i suoi sentimenti di cordoglio e di orrore per l'attentato di Sarajevo.

Nessun commento: