lunedì 5 maggio 2008

Trieste - osteria "Da Libero" 05/96 + archivio storico Corriere della Sera

via Risorta 7/A, maggio 1996
foto Max Lucich


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(discussione che riporta le foto del blog)

Trieste, accoltellato Libero

Rapina, e' grave " l' oste di Magris "

Un personaggio mitico per la citta' Lo scrittore aveva descritto il locale " del santo bevitore "

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Trieste, accoltellato Libero TITOLO: Rapina, e' grave "l' oste di Magris" Un personaggio mitico per la citta' Lo scrittore aveva descritto il locale "del santo bevitore" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - TRIESTE . E' stato accoltellato proprio davanti alla sua osteria. Libero Laganis, 70 anni, vittima di una cruenta rapina notturna e' ora in pericolo di vita. La notizia ha scosso l' intera Trieste come se la vittima fosse un' istituzione. Perche' un' istituzione, "Libero" lo e' sempre stato: l' osteria piu' nota della citta' , meta di bohe' mien, studenti, professionisti, sognatori, sfaccendati e perditempo. Claudio Magris sul Corriere l' ha definita "L' Osteria del Santo Bevitore" parlando di quel piccolo presepe triestino, a pochi passi dalla casa di Joyce. Nella notte fra sabato e domenica, verso l' una e mezzo, Libero stava chiudendo il locale che da quasi trent' anni gestisce in una viuzza che s' arrampica sul colle di S. Giusto, quando un individuo gli si e' gettato contro con un coltello per sottrargli l' incasso della giornata. Libero ha difeso disperatamente le 200.000 lire che aveva con se' . Ma l' aggressore gli ha inferto cinque pugnalate: tre alle braccia, una alla schiena, una al ventre. Quindi e' scappato, lasciando l' oste a terra. La strada era deserta. Libero e' riuscito a trascinarsi per una cinquantina di metri fino al portone di casa, a salire un piano e ad aprire la porta, prima di stramazzare al suolo venendo soccorso dalla moglie. Attualmente e' ricoverato nel reparto di rianimazione dell' ospedale triestino, dove ha subito due interventi chirurgici: il primo al ventre e il secondo alla mano, i cui tendini sono stati recisi da una coltellata. Ieri sera le sue condizioni venivano definite ancora molto gravi dai sanitari. L' aggressore e' riuscito a dileguarsi ed e' ricercato. Difficile dire cosa avesse reso l' osteria cosi' popolare presso persone di ogni eta' e ceto. Ben quattro film sono stati girati nella locanda. Libero, con il suo dialetto aggrovigliato in un brontolio continuo, la voce roca, non amava parlare della sua vita pur avventurosa, trascorsa fra Trieste e la Jugoslavia. E noto per aver rischiato la fucilazione da giovane, quando chiese la cittadinanza italiana mentre militava nell' esercito jugoslavo. Aveva una battuta per tutti, e intratteneva i clienti con invenzioni strampalate: dalle carrozzine anti smog per bambini all' arresto dell' inclinazione della Torre di Pisa. Aveva scritto Claudio Magris: "Anche un' osteria puo' essere un piccolo presepe in cui sostare dopo il monotono e assillante errare della giornata. Una di queste e' certo l' amabile locanda di Via Della Risorta...".
Morelli Roberto
Pagina 15 (5 marzo 1996) - Corriere della Sera

Trieste festeggia Libero, l' oste di James

----------------------------------------------------------------- Trieste festeggia Libero, l' oste di James Chi fosse questo Joyce, lui esattamente non lo sa. Uno scrittore, un insegnante, forse un poeta, gli hanno detto: l' oste Libero Laganis non e' un intellettuale. Eppure si e' guadagnato la fama di "oste di Joyce", per ragioni piu' che altro topografiche: la sua osteria di via della Risorta, sotto il colle di San Giusto, sta a pochi metri della casa che fu dell' autore dei "Dubliners". Pure, Libero e' "l' oste di Magris", da quando lo scrittore, quattro anni fa, gli dedico' un' intera pagina sul "Corriere" facendolo conoscere ovunque. Insomma, quella di Libero e' l' osteria piu' famosa di Trieste, meta incessante di letterati, studenti e artisti. E lui e' un simbolo cittadino o, nel linguaggio dei ragazzi, "un mito". Dedicato al mito non poteva mancare un libro. Ci ha pensato il poeta e traduttore triestino Gaetano Longo, con "Libero - Storie di un oste triestino" (Edizioni Lint, 122 pagine, 24000 lire), pubblicato in questi giorni di festeggiamenti nell' osteria per i suoi 30 anni di attivita' . Libero, nel libro, parla in prima persona, e pare di vederlo nel suo locale con i quadri istriani, la signora Nerina ai fornelli... Racconta la sua storia di viaggi e idee balzane. Come quando mando' al sindaco di Pisa un disegno tecnico per raddrizzare la torre: non ebbe risposta. O quando, da giovane, chiese la cittadinanza italiana mentre era militare sotto la Jugoslavia: rischio' la fucilazione e ancora se ne chiede il motivo. Roberto Morelli
Morelli Roberto
Pagina 35 (5 novembre 1999) - Corriere della Sera
Commenti

#1 05 Gennaio 2007 - 16:22
Libero. Di nome e di fatto. Libero Laganis e' un oste, il piu' famoso ed amato oste di Trieste. La sua osteria e' uno di quei luoghi della tradizione triestina di cui parlavo anche a proposito delle osmizze. Ma parlare della sua osteria e' parlare di lui. Nato nel '23 in Istria, nella vita ha fatto un po' di tutto, dal militare, al contadino, e' stato prigioniero dei tedeschi; infine, verso il '60 ha rilevato questo locale a Trieste, alle spalle del castello di San Giusto. Fin dall'inizio ne ha voluto fare un luogo in cui fosse veramente possibile bere un bicchiere a poco prezzo, mantenendo i suoi margini di guadagno al minimo indispensabile. Cosi' hanno iniziato a radunarsi qui i ragazzi che "fanno lippe", i pensionati, gli sfaccendati, gli studenti, i poveracci; tutti un po' parte dell'atmosfera del locale, tutti un po' amici dell'oste, che non rinuncia mai a scambiare due parole. Per un periodo l'osteria divento' anche luogo di incontro di artisti ed intellettuali, ma poi Libero, richiesto da questi ultimi di allontanare gli avventori piu' miserabili, preferi' la sua clientela abituale e mando' via gli intellettuali. Qualcuno, come Claudio Magris, e' pero' rimasto legato alla persona e al luogo, e ne ha scritto sui giornali (naturalmente nelle pagine della Cultura)(Corriere della Sera, 23 Dicembre '94 "All'Osteria del Santo Bevitore"). Nel 1996 e' assurto agli "onori" delle cronache, non solo triestine, per l'attentato subito da un poveraccio, che per derubarlo del magro incasso di una serata lo ha accoltellato ripetutamente al momento della chiusura dell'osteria. Secondo i racconti, Libero, ferito al ventre e alle braccia e' riuscito a trascinarsi fino a casa dove la moglie ha potuto chiamare l'ambulanza. Alcuni giorni in rianimazione, che hanno tenuto Trieste col fiato sospeso, poi la guarigione, e dopo meno di due mesi, eccolo tornato al suo posto, a servire vino ai suoi affezionati clienti, con in piu' due grosse cicatrici ben visibili sul braccio sinistro: racconta poco di quell'episodio, solo si rammarica di non poter piu' portare nella mano sinistra due o tre bicchieri per volta come faceva di solito. Parla poco dell'incidente, dicevamo, preferisce raccontare, anche a chi ormai li conosce gia' a memoria, i suoi progetti per raddrizzare la torre di Pisa che ha spedito alle autorita' competenti con la seguente proposta: se il progetto funziona, pagate a me e mia moglie un viaggio intorno al mondo, altrimenti vi ripago io il doppio delle spese. Naturalmente la cosa non ha avuto seguito ma se vi mostra anche i disegni, insieme al disegno del progetto approvato nel '97 e comparso sul Corriere della sera vi accorgerete che sono identici! Oppure le sue proposte, spedite anche a palazzo Chigi, per riparare i bambini in carrozzina dai gas di scarico delle auto, o le sue idee per riformare la giustizia, le pensioni... Quella del viaggio intorno al mondo non e' solo una battuta: a Libero piace viaggiare, qualche anno fa ha chiuso bottega per alcuni mesi e si e' concesso una lunga vacanza, di cui ora sono appese alcune foto scattate alle isole Mauritius. Foto di mare e di paesaggi stupendi? no, un paio di istantanee di Libero in mutande che fa ginnastica su un prato, o mentre dorme. Ci sono anche alcuni souvenirs, riportati dai suoi (o altrui?) viaggi. D'altra parte tutta la bottega e' stracolma di oggetti di ogni provenienza: dominano la scena dei dischi di legno massiccio su cui sono incise le date fondamentali della storia di Trieste, poi articoli di giornale, titoli curiosi, oggetti incredibili di ogni parte del mondo, dono degli avventori, dal soprammobile piu' kitsch, al presepe in miniatura, al teatrino da burattini, ai quadri dipinti dai clienti stessi... Infine, recentemente, e' comparso un televisore, con videoregistratore. Come! anche qui si finira' per stare sempre con la tivu' accesa? No, l'apparecchio e' li', come un soprammobile, sempre spento. Il locale e' composto da due stanze, una delle quali viene utilizzata solo se l'osteria e' veramente troppo piena e se c'e' anche la moglie ad aiutarlo, altrimenti Libero inventa scuse del tipo, non c'e' luce, c'e' una finestra rotta... Poi, dietro il bancone, le botti e, celata da una tendina agli occhi dei deboli di stomaco, la cucina; una normale cucina a gas da casa, con una eterna padella di patate in cottura: probabilmente, in quanto luogo di interesse nazionale, si tratta di zona non soggetta ai sopralluoghi della U.S.L.... La luce e' un po' livida e raggiunge a fatica gli angoli, i tavoli di formica celestina conservano le tracce degli innumerevoli bicchieri che ci sono stati bevuti e la maggior parte degli avventori ha davanti piu' bottiglie che bicchieri. Arriva Libero e da' una vaga pulita, pro forma, con uno straccio di vecchiezza incalcolabile, porta dei bicchieri, tutti diversi, che evidentemente hanno appena ricevuto una rapidissima sciacquata... Il linguaggio con cui chiede le ordinazioni ed elenca le poche pietanze disponibili (pasta - pasta come? - pasta!) non esiste in nessuna parte del mondo, e' un misto di triestino e istriano farfugliati ad un volume impercettibile. Ma se per voi Libero sara' incomprensibile, in compenso lui e' un po' sordo, per cui non capira' voi, e la conversazione sara' sempre agile e rapida. Ordinate comunque e sempre le mitiche PATATE IN TECIA, tipico piatto triestino che Libero prepara in maniera del tutto personale ed, a tutt'oggi, insuperata ("prendete un tocco di lardo grande cosi'..."): si mangiano tutti insieme dal piatto centrale, mors tua vita mea. Il momento del conto e' anch'esso da gustare: vi avvicinate al bancone e mentre elencate quello che avete preso, lui traccia su un foglio dei segni incomprensibili, tra cui si riconoscono delle specie di zeri e qualche altro numero, naturalmente non in colonna, ma in ordine sparso. Alla fine tira una riga orizzontale ed inizia a fare il totale; o almeno cosi' pare, perche' prima di terminare si ferma, vi guarda e fa "quanti siete?" "quattro" "novemila per uno". Non si e' mai avuta notizia di un conto che non faccesse cifra tonda, ne' si e' mai saputo il prezzo delle singole cose (il listino prezzi alla parete e' puramente decorativo), e soprattutto credo che sia impossibile spendere piu' di 15.000 lire, ma e' gia' difficile salire sopra le 10.000. Se e' di buon umore, se gli siete simpatici, vi offrira' un po' di grappa, versata da una anonima bottiglia di plastica da acqua minerale; forse succedera' anche che vi faccia compagnia, buttando giu', d'un sorso, un intero bicchiere. Quanti posti cosi', ma soprattutto, quante persone cosi' esistono ancora? Un articolo de "Il Piccolo", appeso ad una parete, titola "Libero chiude bottega", poi, quella volta, non chiuse; ma come faremo quando chiudera' davvero? source

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