venerdì 7 marzo 2008

Trieste sur le Financial Times (Il Piccolo 07/03/08)

Da piazza Unità a James Joyce, la città descritta in un reportage come occasione per un «weekend di lusso» Trieste finisce sul «Financial Times» Storia e atmosfere nel supplemento che il quotidiano dedica al tempo libero di Piero Rauber Trieste città «ibrida», fra storia asburgica, cuore mitteleuropeo e orgoglio italiano. Trieste «quintessential border city» sospesa tra Adriatico, Carso e vecchie frontiere: malinconica, romantica, che seduce con le sue identità riconciliate. È quanto dicono di noi sul numero di marzo di «How to spend it», il magazine di tempo libero e life-style che il prestigioso quotidiano economico-finanziar io britannico Financial Times rivolge ai lettori dal portafogli capiente proponendo loro idee per la moda, l'arredamento la mondanità e i viaggi. Succede così che le due pagine dedicate dal magazine a Trieste siano inserite nella sezione «the long luxurious weekend»: il massimo per una città che conosce i suoi limiti, per quantità di cose da vedere e da fare, e che anche per questo motivo sta diventando consapevole di come il successo debba passare per la qualità. Per un turismo d'élite, o quanto meno di fascia medio-alta, con una durata tarata sul weekend lungo. Il servizio targato Financial Times è aperto da una grande foto che ritrae piazza Unità e la fontana dei Quattro continenti in una suggestiva versione serale. Seguono le immagini del canale di Ponterosso verso Sant'Antonio, del Castello di Miramare, dell'hotel post-moderno Urban in città vecchia, del quadro della «donna al mare» di Carlo Carrà esposto al Museo Revoltella e del Caffè San Marco. Ma c'è anche la statua di Ponterosso dedicata a James Joyce, che resta ovviamente, nell'immaginario collettivo britannico, il «gancio» più forte e attraente fra Trieste e le terre d'oltremanica. Accanto alla triestinità di Joyce, l'articolo di «How to spend it» passa in rassegna le atmosfere che hanno ispirato Umberto Saba e Italo Svevo, a cominciare dagli Specchi e gli altri caffè storici, per passare poi dalla letteratura alla storia. E qui, nella «hit list», figurano pure San Giusto e il «roman forum», la Sinagoga e le chiese che testimoniano la Trieste multietnica e multireligiosa, fino alla Risiera di San Sabba. Tra gli hotel consigliati ecco i numeri del Duchi d'Aosta, dell'Urban e dell'Albero nascosto di via Venezian, mentre l'area «shops» si concentra in città vecchia, con l'Angolo del Pane (per la pasta crema) e Chocolat di Cavana, la libreria Achille e la Rigatteria di via Malcanton. La «hit list» evoca quindi tutto ciò che viene percepito oggi, in ambito internazionale, come unico: la Barcolana, e con questa la fortuna che può capitare nel vedere la città sferzata dalla bora. E la Grotta Gigante, declamata per quelllo che è: la più grande cavità naturale aperta al pubblico di tutto il mondo. A proposito di Carso, non manca l'invito a una puntata in osmizza per una bevuta informale e per un assaggio dei prodotti locali. Già, perché oggi il turismo d'élite guarda sempre più all'enogastronomia tipica. Allora il magazine britannico scende dalle osmizze dell'altipiano verso alcuni ristoranti. Le specialità da provare? Dal pesce del Bagatto al goulash e gnocchi di Primo in via Santa Caterina, passando per la jota dell'immancabile Suban.

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