La morte
di S.A.I. E R. l'arciduca Francesco Ferdinando e della consorte S.A.
La duchessa di Hohenberg.
I funerali
a Trieste.
Le salme
in viaggio.
Al passaggio della squadre con la « Viribus unitis » recante le salme dell'Arciduca e della consorte all'esterno del porto di Spalato sonavano tutte le campane ed alla riva erano schierate le Autorità, il clero, la Giunta municipale e una folla di migliaia per rendere onore alle salme. Nell'ombra crepuscolare – erano le 8.15 – il funebre corteo produsse una impressione commovente.
Al passaggio della squadre con la « Viribus unitis » recante le salme dell'Arciduca e della consorte all'esterno del porto di Spalato sonavano tutte le campane ed alla riva erano schierate le Autorità, il clero, la Giunta municipale e una folla di migliaia per rendere onore alle salme. Nell'ombra crepuscolare – erano le 8.15 – il funebre corteo produsse una impressione commovente.
Molti altri luoghi della
Dalmazia siti lungo la costa fecero manifestazioni di lutto al
passaggio della Squadra. A Zara sonarono le campane di tutte le
chiese.
L'arrivo delle salme.
Iersera pochi minuti
prima delle 7 arrivò in rada la nave da battaglia di S.M. “Viribus
unitis”, recante a bordo le lagrimate salme dell'arciduca Francesco
Ferdinando e della Duchessa consorte e con lo stendardo arciducale a
mezz'asta sull'albero maestro. A brevi intervalli apparvero poi le
altre navi della squadra di scorta, avanzanti con lentezza solenne,
tutte con le loro bandiere e insegne di comando, di rango e di
servizio a mezz'asta e quelle di prua e poppa anche abbrunate.
Era un tramonto
meraviglioso che affaticava il mare tranquillo in mille vicende di
colori. All'arrivo della squadra in lutto il sole rise di tra leggere
nuvolette fiammanti quasi a salutare la potente giovinezza della
nostra Marina da guerra, ma poi riprese il velo dei rosseggianti
vapori e la tristezza del tramonto si aggiunse a quella che gravava
sul mare, sulla città, sulla folla accalcata alla riva per assistere
all'arrivo delle salme.
La “Viribus unitis”
gettò le ancore presso la diga del vecchio punto franco e a poca
distanza si ancorarono le navi del seguito.
Pochi minuti dopo dalla
riva dirimpetto al giardino di Piazza Grande si staccò snella una
barca a motore, sulla quale ritto in piedi, con il direttore di
Polizia consigliere aulico Dr. Alfredo nobile de Manossi-Montesole,
Sua Serenità il signor luogotenente principe Hohenlohe si recava a
bordo della nave “Lacroma” a far visita al comandante della
Marina ammiraglio Antonio Haus, portando seco due gigantesche corone.
Di là si recava a bordo
della “Viribus Unitis” dove pregò davanti ai feretri.
Oggi nelle prime ore del
giorno il cielo era coperto, ma poi le nubi si sono andate
squarciando e una intonazione di azzurro e cenere ha dato l'impronta
al cielo nel momento delle solennità funebri. Per le vie della città
immersa in gramaglie s'è riversata una folla commossa e ansiosa di
poter trovare, dovunque fosse, un posto per assistere allo sbarco
delle salme o al passaggio del corteo.
Alle 6 si vien formando
sulle piazze e vie del percorso fissato le spalliere di soldati di
marina, di guardie di sicurezza e di finanza, di gendarmi, di civici
vigili e guardie municipali. Continua intanto sempre più intenso il
movimento di cittadini accorrenti , di vetture, di deputazioni. Verso
le 7 passa, preceduta da una splendida corona, una numerosa schiera
di addetti alla Società Triestina Tramway ed al Tramway comunale.
Dietro le spalliere si assiepa su tre, su quattro e più file la
moltitudine silenziosa e commossa.
Contemporaneamente vanno
riunendosi alla riva dirimpetto al Giardino di Piazza Grande le
Autorità militari e civili, le corporazioni autonome, gl'impiegati,
le deputazioni, la scolaresca delle scuole medie e per chi guarda dal
mare si dispongono sulla riva nel modo seguente:
Nel mezzo davanti al
“castrum doloris” il seguito e la Corte degli Estinti:
a destra i generali e gli
ammiragli;
a sinistra gl'impiegati
dello Stato dalla V classe in su;
di fianco a destra il
corpo degli ufficiali e le corporazioni;
di fianco a sinistra gli
altri impiegati ed altre corporazioni;
a destra sulla linea del
lato posteriore del catafalco è schierata una compagnia d'onore;
a sinistra del catafalco
prendono posto il podestà avvocato Dr. Alfonso Valerio e il
presidente della Camera di commercio e industria cavaliere Giovanni
Scaramangà d'Altomont e dietro di loro si riuniscono il Consiglio
comunale, rispettivamente la camera di commercio e industria.
Dietro il catafal(c)o nel
mezzo è raccolto il clero cattolico.
A destra ed a sinistra
prende posto il clero delle altre confessioni. Più indietro a destra
del mare stanno i due carri funebri di gala a tiro sei; i cavalli del
carro per la salma della Duchessa di Hohenberg sono bardati in
argento e così i palafrenieri; quelli del carro per la salma
dell'Arciduca sono riccamente bardati in oro; il carro dell'Arciduca
è veramente lussuoso nella disposizione e ricchezza dei fregi ed
ornati in oro e argento. A sinistra sul margine interno della riva
sono schierati sette carri con le corone offerte in omaggio e tributo
di compianto alla memoria degli Estinti.
Lungo il lato del
Giardino davanti alla scolaresca delle scuole medie sono schierate le
truppe di terra e di mare che chiuderanno il corteo, lungo il lato a
mare del palazzo della Luogotenenza si allineano le due compagnie che
saranno alla testa del corteo.
Più in là a destra un
cordone di 50 gendarmi sbarra la riva e la strada; a sinistra, verso
il Molo S. Carlo, la riva è sbarrata da 40 guardie di sicurezza.
Gl'imbocchi a mare della
via fra il palazzo del Lloyd e il Giardino e fra questo e il palazzo
della Luogotenenza sono guardati da drappelli di guardie di sicurezza
a cavallo.
Davanti alla Luogotenenza
è schierata in due gruppi di qua e di là dell'atrio la gioventù
delle scuole e i salesiani.
Dalle 7 in poi giungono,
portate a mano od in vetture, numerose corone. Oltre a quella
grandiosa degli addetti al Tramway portata a mano, destano viva
commozione due magnifiche ghirlande offerte dalle rivendogliole di
Piazza del Ponterosso.
La Piazza Grande è
gremita di popolo fin dalle 6 e vi fanno servizio d'ordine e d'onore
civici vigili, guardie municipali, guardie di finanza e guardie di
sicurezza. I fanali abbrunati vengono accesi e le scialbe luci
contrastanti con le masse nere di veli e drappi rendono più solenne
l'espressione del dolore cittadino.
Alle 7-45 tuonano le
salve e le campane di tutte le chiese suonano a morto: è l'inizio
dello sbarco delle salme dalla nave “Viribus unitis”. Le bare
vengono calate in un'apposita peota, espressamente allestita, parata
a lutto e sulla quale sorgono due catafalchi.
Il feretro della Duchessa
è coperto di bandiera ed è scortato da 10 sottufficiali di marina,
quello dell'Arciduca è coperto dalla bandier della Marina da guerra
e scortato da 12 sottufficiali della Marina e da 12 dell'esercito.
Alle 7.55 ecco tonar
nuove salve: la peota approda al suono delle campane; i feretri
vengono portati in terra e collocati sul catafalco. Monsignor vescovo
Dr. Andrea Karlin, assistito dal vescovo monsignor Dr. Pederzolli,
dal preposito mitrato cavaliere Dr. Petronio, dal Capitolo e dal
clero secolare e regolare, intona le preci dei defunti e benedice le
salme.
Le bare vengono tolte dai
catafalchi e collocate nei due carri di gala. Alle 8 il corteo si
mette in moto passando dal palazzo della Luogotenenza. Eccone
l'ordine: un drappello di guardie di sicurezza a cavallo, il
brigadier maggior generale nobile de Hinke a cavallo, seguito dai
suoi sottufficiali pure a cavallo; una compagnia del reggimento 97
fanteria e una del reggimento fanteria bosno-erzegovese N4, sette
carri con le corone, dei quali i due primi, recanti pure corone di
Trieste, sono scortati da due sottufficiali e soldati di marina e da
guardie municipali in alta tenuta; un milite del reggimento 32
portante la croce abbrunata; tutto il clero cattolico della città
preceduto da accoliti con aspersorio e turibolo, il preposito
capitolare mitrato Dr. Petronio, il Vescovo in grandi paramenti di
lutto; il carro funebre di gala nero-argento a cristalli, con la bara
della Duchessa avvolta in una bandiera e scortata da 10 sottufficiali
di Marina; il superbo carro nero-oro-argento recante il feretro
dell'Arciduca, avvolto nella bandiera della Marina da guerra, con la
scorta di 12 sottufficiali della Marina e 12 dell'esercito; il
seguito dell'Arciduca e della Duchessa preceduto dal colonnello Dr.
Bardolff, e il personale della Casa degli Estinti; Sua Serenità il
signor luogotenente principe Hohenlohe, avente a destra il Podestà e
a sinistra il Comandante della Marina, tutti gli ufficiali con il
comandante del III corpo d'esercito Colerus de Geldern, il corpo
consolare, gl'impiegati, le rappresentanze, le deputazioni di
società, corporazioni, istituti del ceto commerciale, marittimo e
industriale; una compagnia del reggimento 32 fanteria con bandiera,
un distaccamento della Marina da guerra, i Veterani militari con
bandiera, infine un drappello di guardie di sicurezza a cavallo.
Il corteo procede a passo
lento, al rullo intermittente di tamburi abbrunati e al canto del
“Miserere” sostenuto dal clero.
Sempre fra due fittissime
ale di popolo a capo scoperto il corteo giunse alle 9-15 in Piazza
della Stazione.
Le truppe vi formarono
quadrato e per l'ingresso principale i due feretri furono portati da
sottufficiali della Marina da guerra nell'atrio sontuosamente
addobbato a gramaglia e nel quale ardevano fiaccole.
Di là proseguirono fin
sotto la tettoia, seguiti dall Autorità e dalle rappresentanze.
Quivi monsignor vescovo Dr. Karlin impartì di nuovo l'assoluzione
alle salme.
I due feretri furono poi
collocati in un carrozzone tramutato in camera ardente. I carri con
le ghirlande proseguirono per la Via Flavio Gioia, dove le corone
furono scaricate e collocate nel carrozzone funebre.
Il treno speciale è
partito alle ore 10 in punto per Vienna.
La solennità si svolse
da capo a fine senza il minimo incidente.
Il servizio di sicurezza
era diretto personalmente dal direttore di Polizia consigliere aulico
Dr. Alfredo nobile de Manossi-Montesole, coadiuvato dal commissario
barone de Winkler, dal concepista Dr. Zwiezina e dal comandante del
Corpo delle guardie di sicurezza, ispettore superiore Giuseppe
Horaczek.
Le corone ammontavano a
circa 200, 41 offerte a Trieste e circa 150 sbarcate dalla “Viribus
unitis”. Le deputazioni oltrepassavano la sessantina e
rappresentavano tutti i ceti della popolazione.
Le finestre e i poggioli
erano gremiti di spettatori a capo scoperto e anche sui tetti del
Tergesteo e di parecchi altri edifizi si videro cittadini assistere
al passaggio del corteo del quale furono assunte molte fotografie.
In occasione dei funerali
la Camera di commercio ha addobbato a gramaglie il piano nobile
dell'edifico di Borsa, ha deposto ghirlande sui feretri ed ha tenuto
chiusi gli uffici durante la solennità funebre.
Nelle aziende commerciali
e industriali è rimasto sospeso il lavoro: i negozianti al dettaglio
hanno tenuto chiusi gli esercizi fino alla una e mezzo.
Sospeso è stato pure
nella mattina il servizio del Tramway.
La Direzione
dell'Orfanotrofio S. Giuseppe ha inviato alla Cancelleria del
Gabinetto il seguente dispaccio:
“Cancelleria del
Gabinetto di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica. La direzione
dell'Orfanotrofio S. Giuseppe rassegna al soglio del trono
l'espressione del suo profondo orrore per l'esecrando attentato di
cui rimasero vittime il serenissimo Arciduca ereditario e la Duchessa
Sua consorte, che saranno ricordati con vivo affetto nelle preghiere
delle nostre cento orfanelle, e protesta la sua incrollabile devozione a Sua
Maestà, l'amatissimo sovrano così duramente provato, ed alla
Serenissima Casa Imperiale”.
La Consulta della
Comunità Greco-Orientale, radunata ieri al meriggio a seduta
straordinaria, espresse, a proposta del Presidente Dr. Alessandro G.
Afenduli, a voti unanimi, i suoi sentimenti di cordoglio e di orrore
per l'attentato di Sarajevo.
Nessun commento:
Posta un commento