Alcune caratteristiche della nave: lunghezza 210 m larghezza 26 m spessore della corazza 25 cm dotata di casse di bilanciamento per evitare pericolosi sbandamenti in seguito ad eventuali siluramenti
La nave fu affondata una prima volta a Taranto durante un blitz inglese nella seconda guerra mondiale. Fu subito recuperata e portata a Trieste per completare i lavori necessari a rimetterla in efficienza.
L'8 settembre 1943, esattamente nel giorno in cui fu firmato l'armistizio dal maresciallo Badoglio, un aereo militare inglese la silurò; la nave affondò capovolgendosi e sprofondando in un fondale fangoso. All'affondamento contribuì molto probabilmente la complicità dell'equipaggio che aveva lasciato tutti gli oblò aperti ed i cannoni non in castagna, forse per evitare che la nave cadesse in mano tedesca.
Essa assunse una posizione definitiva sbandata di 32° a sinistra; ad una profondità di 13m.
Il recupero sovvenzionato dal commendator Armando Vasi, fu affidato a una squadra di otto attrezzatura, detta in inglese standard diving dress (veste da immersione standard), per muoversi sul fondo marino e riceve il sostentamento d\'aria dalla superficie. La parte più importante dell\'attrezzatura è l\'elmo da palombaro, tramite il quale il sub riceve sostentamento dalla superficie sotto forma di aria e, talvolta, di acqua calda per riscaldare il corpo. Questo elmo è collegato alla superficie da un cordone ombelicale, ed è fissato ad una muta subacquea stagna, appesantita da vari pesi di zavorra. ', CAPTION, 'palombari',BELOW,RIGHT, WIDTH, 300, FGCOLOR, '#cccccc', BGCOLOR, '#000000', TEXTCOLOR, '#000000', CAPCOLOR, '#ffffff', OFFSETX, 30, OFFSETY, -40);" onmouseout="return nd();"> palombari comandata dal cavalier Donato Sodini che operò a Trieste dal novembre 1950 all'aprile del 1952 e che si avvalse della strumentazione e dei macchinari dell'arsenale di La Spezia.
Furono applicate sopra il fondo della nave capovolta delle "campane metalliche", che avevano lo scopo di far accedere i attrezzatura, detta in inglese standard diving dress (veste da immersione standard), per muoversi sul fondo marino e riceve il sostentamento d\'aria dalla superficie. La parte più importante dell\'attrezzatura è l\'elmo da palombaro, tramite il quale il sub riceve sostentamento dalla superficie sotto forma di aria e, talvolta, di acqua calda per riscaldare il corpo. Questo elmo è collegato alla superficie da un cordone ombelicale, ed è fissato ad una muta subacquea stagna, appesantita da vari pesi di zavorra. ', CAPTION, 'palombari',BELOW,RIGHT, WIDTH, 300, FGCOLOR, '#cccccc', BGCOLOR, '#000000', TEXTCOLOR, '#000000', CAPCOLOR, '#ffffff', OFFSETX, 30, OFFSETY, -40);" onmouseout="return nd();"> palombari al1'interno della nave, dove era stata introdotta dell'aria compressa per rendere più comodo il loro lavoro.
La campana era di dimensioni più grandi e servì da magazzino per depositare gli oggetti che i attrezzatura, detta in inglese standard diving dress (veste da immersione standard), per muoversi sul fondo marino e riceve il sostentamento d\'aria dalla superficie. La parte più importante dell\'attrezzatura è l\'elmo da palombaro, tramite il quale il sub riceve sostentamento dalla superficie sotto forma di aria e, talvolta, di acqua calda per riscaldare il corpo. Questo elmo è collegato alla superficie da un cordone ombelicale, ed è fissato ad una muta subacquea stagna, appesantita da vari pesi di zavorra. ', CAPTION, 'palombari',BELOW,RIGHT, WIDTH, 300, FGCOLOR, '#cccccc', BGCOLOR, '#000000', TEXTCOLOR, '#000000', CAPCOLOR, '#ffffff', OFFSETX, 30, OFFSETY, -40);" onmouseout="return nd();"> palombari portavano dopo averli recuperati dalla nave.
La nave fu alleggerita al massimo, furono tagliate le eliche e le torrette dei cannoni che erano completamente sprofondate nel fango, utilizzando prima una fiamma prodotta dalla combustione di idrogeno e poi, per motivi di maggior sicurezza, una fiamma alimentata da propano.
Successivamente furono agganciati otto cilindri di sollevamento che fornirono singolarmente una spinta di 150 tonnellate e che provocarono la sua emersione sorprendendo quegli ingegneri e quei tecnici che non credevano ai lavori della squadra del Sodini che procedeva unicamente con mezzi dettati da esperienza pratica.
Durante i lavori i attrezzatura, detta in inglese standard diving dress (veste da immersione standard), per muoversi sul fondo marino e riceve il sostentamento d\'aria dalla superficie. La parte più importante dell\'attrezzatura è l\'elmo da palombaro, tramite il quale il sub riceve sostentamento dalla superficie sotto forma di aria e, talvolta, di acqua calda per riscaldare il corpo. Questo elmo è collegato alla superficie da un cordone ombelicale, ed è fissato ad una muta subacquea stagna, appesantita da vari pesi di zavorra. ', CAPTION, 'palombari',BELOW,RIGHT, WIDTH, 300, FGCOLOR, '#cccccc', BGCOLOR, '#000000', TEXTCOLOR, '#000000', CAPCOLOR, '#ffffff', OFFSETX, 30, OFFSETY, -40);" onmouseout="return nd();"> palombari avevano a disposizione solo dei mezzi artigianali; l'illuminazione era affidata a lampadine alimentate da un conduttore che entrava dalla campana ed avevano delle semplici tute di gomma.
Il lavoro era molto duro, sia per le condizioni in cui operavano i attrezzatura, detta in inglese standard diving dress (veste da immersione standard), per muoversi sul fondo marino e riceve il sostentamento d\'aria dalla superficie. La parte più importante dell\'attrezzatura è l\'elmo da palombaro, tramite il quale il sub riceve sostentamento dalla superficie sotto forma di aria e, talvolta, di acqua calda per riscaldare il corpo. Questo elmo è collegato alla superficie da un cordone ombelicale, ed è fissato ad una muta subacquea stagna, appesantita da vari pesi di zavorra. ', CAPTION, 'palombari',BELOW,RIGHT, WIDTH, 300, FGCOLOR, '#cccccc', BGCOLOR, '#000000', TEXTCOLOR, '#000000', CAPCOLOR, '#ffffff', OFFSETX, 30, OFFSETY, -40);" onmouseout="return nd();"> palombari (si pensi che sopra l'acqua galleggiava ovunque nafta che rendeva quasi irrespirabile l'atmosfera sovrastante), sia per i lunghi turni di lavoro imposti da Sodini (dal sorgere al tramonto del sole), sia per tutti i pericoli connessi con l'operare in immersione a notevole pressione, come il pericolo dell'embolia gassosa cui andarono incontro anche Napoli e Piacentini.
I lavori di recupero dei materiali all'interno della nave proseguirono anche dopo la sua emersione poiché questi erano di notevole pregio come i tubi per i condensatori.
Per facilitare questi recuperi fu successivamente praticata sul fondo della nave un'apertura quadrata di 3 x 3 m ed applicato un particolare bigo; i materiali erano poi trasportati a terra mediante dei pontoni e con l'appoggio del motoveliero "Sauro".
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