lunedì 29 settembre 2008
Trieste - i vecchi sono la nostra memoria
sabato 20 settembre 2008
Trieste - cassazione e assicurazioni generali
CASSAZIONE: NOZZE SOLO IN CHIESA? NIENTE RISARCIMENTI
Matrimonio solo in chiesa e mai trascritto in comune? Non si ha diritto ad alcun risarcimento del danno in caso di morte del coniuge per un incidente stradale. Lo afferma la Cassazione che ha respinto la domanda di una donna che si era vista negare dalla Corte d'appello di Trieste il risarcimento dei danni per il decesso del marito. I due erano sposati soltanto con rito canonico, privo di effetti civili, e i giudici del merito non avevano ritenuto provata la loro convivenza. La donna, dunque, si era rivolta alla Suprema Corte, non mettendo in discussione il fatto che "un soggetto, a fronte di un matrimonio contratto solo con il rito canonico e trascritto, non possa vantare diritti patrimoniali nei confronti del coniuge defunto", ma sottolineando che non era "giusti che la mancata trascrizione debba privare di rilevanza la 'affectio maritalis', la comunanza di spirito e di ideali che sicuramente possono avvincere anche due persone che si siano sposate solo religiosamente e che costituiscono il presupposto fondante del riconoscimento del danno morale ove intervenga la morte del congiunto". La Suprema Corte (terza sezione civile, sentenza n.23725) ha ritenuto "infondato" il motivo di ricorso: "Il diritto al risarcimento da fatto illecito concretatosi in un evento mortale va riconosciuto anche al convivente more uxorio del defunto stesso - si ricorda nella sentenza - quando risulti concretamente dimostrata siffatta relazione caratterizzata da tendenziale stabilita' e da mutua assistenza morale e materiale". Nel caso in esame, pero', "e' mancata la prova dell'esistenza di una relazione tendenzialmente stabile e di una mutua assistenza morale e materiale" tra i due, cosicche' "il giudice ha escluso che la donna potesse vantare diritti risarcitori a cagione della morte dell'uomo". (AGI)I due francesi uniti dal Pacs vivevano da anni a Venezia. Uno è morto investito da un'auto all'altro è stato riconosciuto il danno morale "come prossimo congiunto"
Gay risarcito dall'assicurazione per la morte del compagno
Il legale: "Le Generali in Francia avrebbero equiparato la vittima dell'incidente al coniuge Se ciò era valido per la compagnia nel paese transalpino, doveva esserlo anche in Italia"
VENEZIA - Per la prima volta in Italia un gay si è visto riconoscere dalle assicurazioni il danno morale "come prossimo congiunto" e ha ottenuto un risarcimento per la morte del compagno, vittima di un incidente. E' accaduto a Venezia, e a riconoscere il danno patito e il risarcimento sono state le Assicurazioni Generali: secondo quanto riporta Il Gazzettino, la compagnia assicuratrice avrebbe in questo modo tutelato i diritti del compagno dell'uomo - un 80enne deceduto nel gennaio scorso dopo essere stato investito mentre attraversava la strada al Lido di Venezia - come se i due fossero stati una famiglia tradizionale. Questo nonostante non vi fosse tra loro alcun legame riconosciuto in Italia dal punto di vista formale o alcun rapporto di parentela. Ma i due uomini, entrambi francesi, insieme da circa 40 anni e residenti a Venezia, si erano "uniti" formalmente come coppia a Parigi, usufruendo del "patto civile di solidarietà" previsto dalla legge francese 99-944. Una norma che disciplina le unioni diverse dal matrimonio, anche tra omosessuali. Le Assicurazioni Generali avrebbero così riconosciuto in Italia, con una transazione, ciò che era valido per le unioni tra gay in Francia, stabilendo in definitiva che i due anziani erano una coppia. "Nel gennaio scorso - racconta Il Gazzettino - subito dopo la tragedia, inizialmente non era bastata la parola del vedovo gay per procedere alla cremazione del compagno investito da un'auto. Così ci vollero due settimane, e una lunga trafila burocratica prima di poter dare a Georges Gaston Lillemant, 80 anni, di nazionalità francese, degna sepoltura. L'uomo nato a Chateau Villan ufficialmente era residente a Parigi, anche se da parecchi anni con domicilio in laguna, insieme al compagno". "Non c'è stato bisogno di alcuna causa" ha spiegato l'avvocato Augusto Palese, che ha patrocinato il vedovo gay davanti alle Assicurazioni Generali. "I due si erano uniti civilmente in Francia con il 'patto civile di solidarietà. Ho argomentato che le Generali, presenti in Francia, avrebbero in quel Paese equiparare la vittima dell'incidente al 'marito' del mio assistito. Se ciò era valido per la Compagnia nel paese transalpino doveva esserlo anche in Italia".lunedì 15 settembre 2008
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giovedì 11 settembre 2008
mercoledì 10 settembre 2008
Trieste - Museo postale
09.09.2008 16:09Brevi News
Al Museo Postale di Trieste una singolare mostra legata al mondo degli uccelli
Una singolare mostra in programma da domani presso il Museo Postale della Mitteleuropa di Trieste vedrà per protagonisti lettere, cartoline, francobolli ed ogni altro materiale filatelico legato a località i cui nomi hanno stretta attinenza con il mondo dei volatili. Non a caso il titolo della mostra è “Gli uccelli nella toponomastica italiana”. L’esposizione, basata sulla raccolta del collezionista veneto Gianfranco Gurian, sarà visitabile tutti i giorni sino al prossimo 6 ottobre.
Aprirà domani, 10 settembre, e rimarrà aperta sino a tutto il 6 ottobre la nuova esposizione filatelica a soggetto del Museo Postale della Mitteleuropa di Trieste, dal singolare titolo “Gli uccelli nella toponomastica italiana”.
La Toponomastica, come è noto, è lo studio dell’origine del nome proprio dei luoghi, molti dei quali, nel nostro Paese, hanno una stretta attinenza con il mondo dei volatili. Un connubio, quello tra uccelli e toponimi, che ha affascinato il collezionista Gianfranco Gurian di Martellago (Venezia), il quale ha realizzato una intera raccolta filatelica sull’argomento, messa per l’occasione a disposizione del Museo triestino. Annulli postali, dunque, ma anche francobolli, buste, cartoline, saggi, prove, affrancature meccaniche e ogni altro oggetto postale legato alla tematica avicola.
La rassegna, precisano gli organizzatori, è divisa in quattro sezioni. Nella prima vi sono le documentazioni relative a quelle località che hanno preso il nome direttamente da un uccello, come a esempio Monfalcone.
Nella seconda figurano le località che traggono l’appellativo da un uccello per casuale omonimia. È il caso di Cicagna, in provincia di Genova, dove nel 1922 la “quasi omonimia” fece arrivare una letterina indirizzata alla cicogna “portabambini”; il successivo solerte interessamento di alcuni residenti rimasti colpiti dall’accaduto ha fatto sì che Cicagna diventasse a tutti gli effetti il “paese della cicogna”, con tanto di un'apposita équipe che risponde ai bambini di tutto il mondo che inviano le proprie lettere allo speciale uccello con i trampoli.
La terza sezione della mostra è invece dedicata a quelle località dove l’uccello e il toponimo derivano dal medesimo soggetto, come succede per Marzolara (Parma), dove si presume che il nome del borgo derivi dal mese di marzo, lo stesso mese in cui giungono nella cittadino le “marzaiole” per nidificare.
Infine nella quarta sezione ci sono località che prendono il nome da qualcosa che risulta legato al mondo avicolo. E’ questo il caso di Gabbiana, in provincia di Mantova, dove il toponimo trae origina dalla presenza in loco di diversi produttori di gabbie per volatili.
La mostra, curata dalla direttrice del Museo Postale della Mitteleuropa Chiara Simon in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00, la domenica dalla 10 alle 12 con la collaborazione dell’associazione “Cittàviva”.