domenica 22 gennaio 2017
domenica 22 maggio 2016
domenica 20 dicembre 2015
Trieste: Generali se ne va?
Trieste: Generali se ne va?
Analisi di Paolo G. Parovel
Nella nostra analisi del 31 ottobre 2015 “Roma vuole eliminare la Singapore d’Europa?” (LINK) abbiamo segnalato anche operazioni per spostare dal Free Territory of Trieste in Italia, a Milano, la sede della Direzione Centrale – Group Head Office di Generali, che ha il ruolo di indirizzo strategico, coordinamento e controllo della terza compagnia assicurativa del mondo,
Le
Assicurazioni Generali S.p.A. sono nate a Trieste nel 1831, quando la
città-porto franco era la capitale marittima dell’Impero d’Austria e del
Sud-Est Europa, e vi sono rimaste sia tra le due guerre mondiali, sia
dopo il 1947, quando Trieste è divenuta una città-stato indipendente con
porto franco internazionale affidata dal 1954 all’amministrazione
civile provvisoria del Governo italiano (non dello Stato italiano).
I
vantaggi principali del mantenimento della sede centrale di Generali a
Trieste sono due: la solida immagine di una tradizione mitteleuropea di
internazionalità, competenza prudenza e sobrietà, e lo status giuridico
dell’attuale Free Territory of Trieste, che nonostante i danni
dell’amministrazione provvisoria italiana conserva tutti i propri
diritti e ruoli strategici di centro finanziario internazionale (LINK).
Dal
2012 Trieste ha ricominciato a prendere coscienza di questi diritti
ottenendo attenzione internazionale crescente, e l’amministrazione
italiana ha reagito tentando di liquidare o di spostare da Trieste in
Italia sia il regime di Porto franco internazionale, sia le imprese
maggiori superstiti. Incluse le Assicurazioni Generali, che nel
1991-1994 sotto la guida di Alfonso Desiata avevano già progettato di
utilizzare il regime finanziario off shore del Free Territory of
Trieste.
L’altra
grande compagnia storica di assicurazioni triestina, la RAS, era già
stata trasferita in Italia nel 1947 (dopo la costituzione del Free
Territory) ed è stata venduta ad Allianz nel 2005 dall’allora
amministratore delegato Mario Greco.
Nel
giugno 2012 Mario Greco, provenendo dal Gruppo Zurich, viene nominato
amministratore delegato di Generali col sostegno della politica e della
stampa italiana, che lo esaltano come un giovane rinnovatore dinamico
che ha una capacità straordinaria di distribuire dividendi anche in
tempo di crisi.
Ma
questi comportamenti di grande successo mediatico possono significare
anche un abbandono della solida prudenza tradizionale di Generali, che
ha sempre tutelato gli azionisti sul medio e lungo termine, per una
politica di effetti vistosi a breve termine che invece favorirebbero
iniziative di cessione, come già per la RAS.
Vediamo
i fatti. Nel luglio 2013 Greco crea Generali Italia S.p.A., con sede a
Mogliano Veneto, con la fusione delle attività assicurative di Generali
in Italia con quelle dei marchi italiani già acquisiti dalla Compagnia
(Toro Assicurazioni, Ina Assitalia, Lloyd Italico ed Augusta). Per la
sede definitiva a Milano Greco dispone la costruzione di nuovo edificio
di formidabile kitsch moderno: una torre storta di 44 piani e 170 metri
di altezza a Citylife, di fronte alla torre di Allianz; iniziata nel
2014, sarà pronta nel 2017-2018.
La
fusione dovrebbe riguardare soltanto le operazioni sul mercato
italiano, ma viene immediatamente utilizzata per operazioni che tendono a
rendere Generali Italia dominante sull’intero Gruppo, e quindi sulla
struttura “mitteleuropea” ed internazionale della holding Assicurazioni
Generali S.p.A., la cui Direzione Centrale – Group Head Office ha sede a
Trieste.
Dalla
sobria ed elegante sede storica sulle rive di Trieste la Direzione
Centrale gestisce infatti le attuali strutture strategiche
internazionali del Chief Insurance Officer, del Chief Financial Officer,
del Chief Risk Officer, del General Counsel, del Group HR and
Organisation, le attività finanziarie centrali, le attività di
comunicazione e funzioni di controllo su Generali Italia.
Il 30 aprile 2013 Greco fa quindi approvare all’Assemblea del Gruppo una modifica dello statuto che toglie alla sede di Trieste la qualifica di Direzione Centrale, per spostarla a Milano e mantenere a Trieste soltanto la sede legale ed il domicilio fiscale.
Le organizzazioni sindacali del Gruppo di Trieste protestano, e nel giugno 2013 sottoscrivono con i vertici della
Compagnia un “Verbale di accordo” per il mantenimento a Trieste della
Direzione Centrale – Group Head Office con tutte le sue strutture.
Il testo dell’accordo contiene riferimenti ambigui a sviluppi organizzativi ulteriori, ma impegna le parti, cioè i sindacati ed il vertice del Gruppo, ad incontrarsi per successive verifiche entro 10 giorni dalla richiesta di una di esse.
Nonostante
l’accordo, Greco incrementa le assunzioni sulla sede italiana di
Milano, e nell’estate 2015 annuncia l’intenzione di spostarvi dal
gennaio 2016 anche una prima parte della Direzione Centrale di Trieste, e
precisamente il Group Communication and Public Affairs,con oltre 40 dipendenti.
A
fine settembre i sindacati delle Generali di Trieste chiedono perciò
l’incontro entro 10 giorni previsto dal verbale di accordo. Greco li fa
attendere oltre due mesi, sino a dicembre, per una riunione alla quale partecipano
anche dirigenti sindacali da fuori Trieste. Ed i vertici di Generali
sembrano non voler rispettare l’accordo del 2013.
Questi
comportamenti fanno quindi ritenere che sia iniziato il trasferimento
forzoso graduale a Milano dell’intera Direzione Centrale per concretare
la dominanza di Generali Italia, che è anche la parte di Generali più
influenzabile dal disastroso sistema politico italiano e potrebbe perciò
essere indotta a compiere operazioni pericolose per l’intero Gruppo.
La
nostra opinione è che questa deriva possa essere fermata rapidamente
soltanto dagli azionisti, che dovrebbero anche incominciare ad
interpretare le spartizioni eccessive di dividendi in tempo di crisi non
come un miracolo aziendale, ma per quello che sono: un segnale
assolutamente inquietante.
© 20 dicembre 2015
http://www.lavoceditrieste.net/2015/12/20/trieste-generali-se-ne-va/
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martedì 29 settembre 2015
Trieste, il marinaio di ferro
Trieste. Piazza Grande. Cerimonia di impressione dei chiodi nel marinaio di ferro durante la guerra 1914-1918
A beneficio del Fondo pro vedove ed orfani dei triestini caduti in guerra ; Prezzo 10 cent.
Ottobre 1918. Il marinaio di legno, gettato in mare il primo giorno della rivoluzione, è rimorchiato da due barcaioli.
Il marinaio di ferro in fiamme novembre 1918
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domenica 13 settembre 2015
venerdì 8 maggio 2015
venerdì 1 maggio 2015
giovedì 23 aprile 2015
Trieste, orti a San Giusto, 1877
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mercoledì 22 aprile 2015
Trieste, la servolana, costume tradizionale
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giovedì 12 febbraio 2015
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